“La povertà oggi è ai massimi storici ed è da intendersi come fenomeno strutturale del Paese“. Questo è l’allarme lanciato dal Report statistico Povertà 2024 di Caritas italiana.
“Nel 2023 – affermano – nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (3.124 in 206 diocesi in Italia) le persone incontrate e supportate sono state 269.689. Quasi 270mila ‘volti’ assimilabili ad altrettanti nuclei“. Aggiungendo che “Rispetto al 2022 si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti, una crescita che si attesta su valori più contenuti rispetto a un anno fa” ma “il confronto del numero di assistiti 2019-2023 è impietoso: +40,7%“.
Un’indagine che monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente della Caritas italiana, nel corso della presentazione ci tiene ad esporre, è quella secondo cui “i poveri devono essere compito di tutti‘. Il Report contiene anche tre punti che fanno luce sulle nuove e sempre più diffuse povertà che riguardano in particolare le famiglie con bambini, i senza fissa dimora e le persone anziane.
“Complessivamente – spiega il Rapporto dal titolo “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas” – cala l’incidenza delle persone straniere che si attesta al 57,0% (dal 59,6%), anche per il venir meno delle presenze ucraine nel nostro Paese. Nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi ascolti che passa dal 45,3% al 41,0%. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più. Sembra mantenersi uno zoccolo duro di povertà che si trascina di anno in anno senza particolari scossoni“.
Riguardo l’allarme povertà per le famiglie con bambini, secondo il Report “un bambino su 7 della fascia 0-3 anni è povero in termini assoluti“.
“Nei primi anni di vita si acquisiscono quelle abilità cognitive, socio-emozionali e fisiche essenziali per la vita futura. Le situazioni di povertà, deprivazione e di esclusione sociale compromettono fortemente tali processi andando a incidere direttamente sulla vita dei bambini e, al contempo, anche su quella dei genitori, riducendo la loro capacità di proteggere, sostenere e promuovere lo sviluppo dei figli. In Italia sono tanti i nuclei con minori in stato di povertà; di fatto risultano i più svantaggiati“.
Un altro fattore che accomuna la gran parte degli assistiti, “è la fragilità occupazionale, che si esprime per lo più in condizioni di disoccupazione (48,1%) e di ‘lavoro povero’ (23%). Non è solo dunque la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero“.
A questo drammatico scenario va aggiunta la crescita dei senza fissa dimora, si stima infatti che “Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2% dell’utenza complessiva. Il valore” – concludono- “risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali: nel 2022 erano 27.877, pari al 16,9% del totale. Si contano quindi 6.677 persone senza dimora in più rispetto al 2022 e oltre 10.500 rispetto al 2021“.
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