Immagini sbiadite sui libri di storia, vittime ridotte a numeri scritti nero su bianco… la guerra non è più questo. Non è più un ricordo. L’incubo della “guerra mondiale” sembra avvicinarsi pericolosamente alla realtà, e grazie ai social riusciamo a vedere queste atrocità, seppur ancora lontane, da vicino.
La pervasività e l’immediatezza d’utilizzo dei social network li hanno resi uno strumento cruciale in questo conflitto, ancor più dei mass media tradizionali. I video pubblicati in rete, oltre ad essere utili alle truppe di difesa ucraine, hanno reso tutto il mondo spettatore di questo atroce spettacolo. Bombardamenti, esplosioni, la fuga dei civili… anche se lontani abbiamo tutti assistito a queste scene strazianti. Ma, si sa, la rete è grande e impossibile da controllare: nel giro di poche ore dall’inizio della guerra era già impossibile distinguere il vero dal falso. Sono numerosissimi i video fake diffusi in rete e condivisi inconsapevolmente da migliaia di utenti. E non solo in rete: anche diversi TG hanno erroneamente mandato in onda video fuorvianti, addirittura provenienti da videogiochi, creando un clima di confusione generale. C’è anche chi ha approfittato di questa situazione per lucrare sulla sensibilità delle persone: durante le prime ore del conflitto, Tik Tok è stato inondato di livestream di finti profughi in fuga dalla guerra che hanno guadagnato tramite views, click e donazioni.
Putin non è “sceso in battaglia” impreparato, nemmeno sul fronte social. Consapevole del cruciale ruolo dei media, ha studiato precise misure di controllo sui media russi, da cui deve passare un’unica narrazione della guerra: la sua. I cittadini russi sono attualmente isolati dal resto del mondo, esposti solo ed esclusivamente alla propaganda russa che dipinge Putin come eroe della patria e gli ucraini come neonazisti. Laddove non è stato possibile manipolare i media a proprio favore, invece, Putin li ha oscurati. È il caso di Twitter e delle varie emittenti internazionali come BBC e Deutsche Welle, che sono stati resi inaccessibili ai russi se non tramite VPN.
Britain's BBC said it would temporarily suspend the work of all of its journalists and support staff in Russia following the introduction of a new law that could jail anyone intentionally spreading 'fake' news https://t.co/S00VOaRxfp 1/4 pic.twitter.com/ssUJdkHlGW
— Reuters (@Reuters) March 4, 2022
Dall’altro lato, sono i social a portare avanti una guerra contro Putin. Primo tra tutti Facebook, che sin dai primi giorni di conflitto ha intensificato il fact-checking per garantire informazioni veritiere ai suoi utenti. Proprio a questo scopo ha oscurato vari post e etichettato diversi media russi come inattendibili, impedendo loro di monetizzare o sponsorizzare contenuti. La risposta della Russia non si è fatta attendere: ieri Putin ha deciso di bloccare l’intera piattaforma Facebook e di punire duramente la condivisione di “fake news” (fino a 15 anni di carcere).
Anche Volodymyr Zelensky ha mostrato di saper usare sapientemente i social. Protagonista e al tempo stesso voce narrante di questa guerra, è stato il collante di cui l’Ucraina aveva bisogno. “Armato” di Twitter, Telegram e tanta sicurezza, è sempre rimasto connesso con il suo popolo, tenendolo aggiornato sugli sviluppi del conflitto e sui rapporti con i partner internazionali. Nonostante le minacce e le accuse mosse nei suoi confronti, si è sempre mostrato fiducioso e pronto a combattere. «Girano un sacco di informazioni false online: che ho chiesto all’esercito di arrendersi, che è in corso un’evacuazione. Vi dico una cosa: io sono qui. Non abbasseremo le armi, proteggeremo il nostro paese» – afferma in un videomessaggio pubblicato sul suo account Twitter.
Не вірте фейкам. pic.twitter.com/wiLqmCuz1p
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) February 26, 2022
Insomma, il mondo virtuale è ormai a tutti gli effetti un campo di battaglia parallelo a quello reale, con la sola eccezione che non esistono barriere spazio-temporali: ci siamo tutti dentro, nel bene o nel male. Tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo cercare di rendere i social un posto migliore, evitando di condividere informazioni, immagini e video di dubbia provenienza. Se ben gestiti, i social possono essere sorgenti di informazioni di considerevole importanza, soprattutto in situazioni del genere. È, in parte, grazie ad essi che il popolo russo si sta rivoltando contro il suo governo, dimostrando che questa guerra, in fondo, non la vuole nessuno.
Alice Maria Reale
Fonte foto: Flickr
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.