Può nascere un bambino con tre DNA?
La risposta è si, grazie a un innovativa tecnica utilizzata nel Regno Unito, realizzata dai dai medici del Newcastle Fertility Centre, è stato possibile, attraverso una fecondazione primaria in vitro, dar vita a un embrione con una percentuale minima di un terzo DNA, volto a scongiurare la comparsa di malattie mitocondriali gravi.
I mitocondri sono “organelli”, di forma allungata, che contengono DNA mitocondriale, RNA e ribosomi, presenti negli organi e tessuti degli esseri viventi.
Rappresentazione dei mitocondri
Le sue funzioni sono molteplici e una di quelle più importanti è la produzione di energia delle cellule, utilizzando a loro volta l’energia prodotta dagli alimenti – attraverso grassi, proteine e zuccheri- e le trasferiscono nelle cosiddette molecole di ATP ( adenosina tri-fosfato), prodotta dai mitocondri e responsabile di fatti nel fornire energia.
Essi possono subire un danneggiamento, ad esempio il cosiddetto stress ossidativo, “risolvibile” grazie alla stessa rinnovazione delle cellule, ma, esistono anche danneggiamenti gravi dei mitocondri con conseguente nascita di numerose malattie che possono colpire qualsiasi organo umano.
In questa tecnica la fecondazione viene effettuata in vitro (FIVET\IVF) , conosciuta meglio come Spindle Nuclear Transfer, Trattamento di donazione mitocondriale (MDT) o Terapia sostitutiva mitocondriale (MRT).
Perché questa decisione? Bisogna precisare che ogni bambino eredita tutti i mitocondri dalla madre e nessuno dal padre, delle mutazioni o danneggiamenti dei mitocondri della madre avrebbero come conseguenza della malattie gravi se non letali. In questa tecnica allora viene utilizzato una parte del DNA di una donatrice – circa l’1\2%-, più precisamente una parte del tessuto degli ovuli della donna donatrice che è priva di mutazioni mitocondriali e si combinano con spermatozoi e ovociti dei genitori biologici.
Dopo tale combinazione, tutti geni ottenuti vengono impiantati nell’utero della madre biologica. A questo punto, il futuro bambino avrà il DNA dei genitori, ma anche una piccolissima parte della donatrice. Questo però, non determina la genitorialità da parte di tre individui, perché la quantità di cellule presenti è davvero piccola.
Dunque, questa tecnica rivoluzionaria dovrebbe scongiurare lo sviluppo di malattie mitocondriali per i feto, anche se ancora non esistono abbastanza studi per confermarne la piena riuscita.
I medici, che ricevono l’autorizzazione dalla Fertilization and Embryology Authority (HFEA) per effettuare gli impianti , non hanno rilasciato alcune informazione sulle nascite – attualmente se ne contano circa 30- avvenute grazie alla tecnica, per preservare la privacy di bambini e genitori.
A tal proposito, è intervenuto il professore Robin Lovell-Badge, del Francis Crick Research Institute, affermando che non è ancora possibile sapere se potrebbe esserci una reversione dei casi o se i bambini nati saranno perfettamente sani per tutto il percorso di vita, per questo motivo, la ricerca è molto attiva e la tecnica andrà studiata a fondo.
Sapuppo Sara
Fonti testo: Sky, my personal trainer, issalute.it, Repubblica.
Fonti immagini: pixabay.
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.