Osama Almasri Njeem, proveniente da Tripoli, è accusato di molti crimini tra cui: stupri, torture, abusi e omicidi sui migranti all’interno del carcere-lager di Mitiga. Proprio per questo la Corte Penale Internazionale lo accusa, ovviamente, di Crimini contro l’Umanità. Almasri che era stato arrestato a Torino il 18 gennaio, è stato scarcerato dopo 96 ore. L’arresto, quindi, non viene convalidato e l’uomo viene accompagnato all’aeroporto di Caselle. Qui, viene fatta salire su un volo di Stato insieme alla sue guardie del corpo e riportato a Tripoli.
La scarcerazione di Osama Almasri Njeem assume la forma di un caso internazionale che porta dietro di sé una miriade di domande. Si apre così un contenzioso con la Corte Penale internazionale e un nuovo scontro fra governo e opposizioni. Molti degli esponenti del governo giustificano la liberazione dell’uomo basandosi sulle decisioni della Procura di Roma. La scelta, infatti, di liberare Almasri arriva proprio da lì.
Il Procuratore generale, Flavio Monteleone, segnalava “l’irritualità dell’arresto in quanto non ci sono state comunicazioni con il ministro della Giustizia che è titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale. Per questo non è possibile convalidare l’arresto e, conseguentemente, si deve disporre l’immediata scarcerazione di Almasri”. Il governo quindi si difende sulla base di quell’errore procedurale.
La domanda da porsi è: di chi è l’errore o la mancata comunicazione che ha portato così al rilascio del criminale?
Il 18 gennaio, come detto in precedenza, il criminale è stato arrestato in Italia. A richiederlo è la Corte internazionale e gli atti vengono spediti a Roma. Si procede così all’arresto che deve essere convalidato entro le 96 ore successive. La notizia diventa pubblica e Carlo Nordio, il ministro della Giustizia, che è il riferimento per la cooperazione tra stati della Corte Penale esce con un comunicato.
A tre giorni dall’arresto, il ministro della Giustizia, emette una comunicazione ufficiale: “Considerato il complesso carteggio, il Ministro sta valutando la trasmissione formale della richiesta della CPI al Procuratore generale di Roma, ai sensi dell’articolo 4 della legge 237 del 2012”. Il ministro stava così ancora valutando l’arresto di Almasri.
Molti, che riconoscono i crimini commessi da Almasri, si chiedono perché far trascorrere il tempo se non per qualche ragione di carattere politico, forse per i rapporti di stretta collaborazione tra Italia e la Libia sul versante migranti. Questi ovviamente sono dei dubbi leciti, ma solamente dei dubbi.
Dalla Procura arrivano le sollecitazioni del ministro, che però per ben 24 ore non risponde. Il tempo così scorre e così anche le possibilità della convalida dell’arresto. Nel frattempo il ministro dell’interno Piantedosi redige un provvedimento di espulsione per le persone che erano con Almasri.
Scadono così le 96 ore, e il Procuratore che non ha ricevuto nessuna comunicazione dalla Corte Penale, non rimane altro che rilasciare il criminale. Almasri viene così accompagnato fatto salire su un I-Carg italiano decollato dall’aeroporto di Caselle Torinese alle 19:51.
Dopo la scarcerazione del criminale torna a farsi sentire la stessa Corte Penale internazionale, cosa che è accaduta più volte dopo la liberazione di Almasri. In tarda sera esce, infatti, il comunicato stampa ufficiale che ricostruisce l’accaduto.
“Osama Almasri Njeem è stato localizzato a Torino, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospettato è stato trattenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla sua consegna alla Corte. Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto del sospettato. Allo stesso tempo, la Corte ha continuato a perseguire il suo impegno con le autorità italiane per garantire l’effettiva esecuzione di tutti i passaggi richiesti dallo Statuto di Roma per l’attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, la Cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire o impedire l’esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione”.
“Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, il signor Osama Almasri Njeem sarebbe stato rilasciato dalla custodia e riportato in Libia. La Corte sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi. La Corte ricorda il dovere di tutti gli Stati Parti di cooperare pienamente con la Corte nelle sue indagini e nei suoi procedimenti penali in materia di reati”.
Fonte dell’immagine: meltingpot.org
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