Calcio italiano in lutto. Davide Astori, capitano della Fiorentina e difensore della nostra Nazionale di calcio, se ne va all’improvviso, nella notte, alla vigilia di una domenica di campionato come tante altre. Il calcio si ferma e si stringe attorno alla famiglia dell’uomo, probabilmente stroncato da un infarto nel sonno all’età di 31 anni.
L’atleta è stato rinvenuto senza vita stamane all’interno di una camera d’albergo di Udine, dove la squadra viola si trovava in trasferta. Una tragedia che non ha colori e unisce tutti gli sportivi nel dolore della morte. Scorrendo velocemente i social stamane si possono scorgere numerosissimi attestati di affetto e vicinanza nei confronti di Davide e dei suoi familiari da parte di colleghi, addetti ai lavori, personalità del mondo dello sport e dello spettacolo o semplici tifosi.
La trafila presso il settore giovanile del Milan, le annate in prestito al Pizzighettone e alla Cremonese prima del grande passo: l’approdo al Cagliari. Nell’isola Davide si mette in luce e si segnala come uno dei migliori talenti della sua generazione nel ruolo di difensore centrale. Gioca un anno nella Capitale, sponda giallorossa, e poi passa alla Fiorentina dove si guadagna anche la fascia di capitano e la leadership dello spogliatoio. Nel 2011 si spalancano per lui anche i cancelli di Coverciano, totalizza una decina di presenze in maglia azzurra e segna un gol all’Uruguay in Brasile.
Oggi non si giocherà a pallone in Italia, è giusto che lo spettacolo in campo e sugli spalti non vada avanti e si renda onore alla memoria di un giovane uomo e atleta esemplare, capitano coraggioso di un calcio d’altri tempi.
Gabriele Mirabella
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Classe ’92, calcio e giornalismo (e la buona tavola) sono il suo “pane quotidiano”. Tra le fantasie più recondite, quella di comparire tra le figurine Panini, pur non avendo mai giocato in Serie A. Ogni tanto si diletta con telecronache improvvisate di match inesistenti, tuttavia gli amici vorrebbero che sostituisse Beppe Bergomi a FIFA. Il suo sogno nel cassetto? Commentare una finale dei Mondiali.