I social network, ormai, fanno parte della vita di tutti i giorni e contano milioni di account appartenenti a persone di ogni età. Sono uno strumento utile per chattare istantaneamente con persone provenienti da tutto il mondo, condividere le proprie idee e persino giocare. Ma si sono rivelati anche un mezzo per studiare i comportamenti delle persone.
L’Università di Lucca ha condotto uno studio su quasi due milioni di utenti di Facebook per valutare come si ponevano nei confronti di bufale, troll e complotti con risultati sorprendenti (ma anche aspettati, nda). Si è scoperto che le persone quando si trovano davanti a notizie false che non riconoscono come tali, diventano critici verso i media tradizionali (principalmente televisione e radio). Inoltre si è visto anche che le notizie false si propagano alla stessa velocità di quelle vere. Un altro interessante studio è stato condotto dalla Brunel University di Londra e pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences. Su un campione di 555 utenti di Facebook sottoposti a un questionario per analizzare cinque tratti della personalità (estroversione, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale) usati per capire tratti del carattere e comportamenti umani. Analizzando gli aggiornamenti di stato dei singoli individui sottoposti allo studio si è visto che: i narcisisti parlano della propria dieta, dell’aspetto fisico e dell’attività sportiva che svolgono, mentre coloro che aggiornano continuamene il loro profilo sui social, parlando della propria situazione sentimentale, hanno un’autostima inferiore alla media.
I social network sono anche uno strumento su cui studiare in che modo si diffondono i contenuti virali e i meccanismi che li innescano. Il più recente è forse quello che si è avuto dopo la storica sentenza della Corte suprema statunitense, che ha dichiarato che i matrimoni omosessuali devono essere legali in tutti gli Stati Uniti. Per quell’occasione bandiere con i colori dell’arcobaleno sono state affisse su tutti gli edifici governativi degli Stati Uniti (Casa Bianca compresa) e Facebook ha permesso ai propri utenti di modificare le proprie immagini del profilo con questi colori. Questa possibilità di modificare la propria immagine è stata molto apprezzata dagli utenti, chi conscio del reale motivo che ci stava dietro e chi no.
Ma altri due esperimenti erano già stati condotti su Facebook nel gennaio 2012 su 689 mila utenti. Nel primo si era deciso di esporre un gruppo di utenti ai contenuti positivi degli amici, nel secondo esperimento invece è stato fatto l’esatto opposto, si sono modificati gli algoritmi in maniera che gli utenti potessero essere esposti a contenuti negativi. I risultati sono stati sorprendenti. Ciò che gli utenti del social network pubblicano ci condiziona a livello emotivo, tant’è che scriviamo post con contenuti simili. L’esperimento ha sollevato alcune polemiche per i metodi utilizzati. Facebook, dalla sua parte, si è difeso sostenendo di aver guidato l’esperimento rispettando la legge: infatti il test è stato condotto tenendo in considerazione le autorizzazioni fornite dagli stessi utenti al momento dell’iscrizione alla piattaforma.
Che i social network siano diventati uno strumento per studiare e comprendere meglio l’essere umano si è già capito dagli innumerevoli esperimenti che vengono fatti su di essi tutti i giorni. Chissà se, un giorno, riusciremo a scoprire di più sull’essere umano grazie all’utilizzo di queste piattaforme.
Ciro Pappalardo
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