Parigi, Domenique Pelicot era stato accusato ai aver drogato la moglie Gisèle per un decennio, facendola così violentare da altri uomini, mentre la donna si trovava in uno stato di incoscienza. Il principale sospettato, il marito, è stato dichiarato colpevole dal tribunale d Avignone, e gli è stato riconosciuta la pena massima di 20 anni per stupro aggravato e altri reati.
Non è però il solo ad essere stato processato. Infatti, altri 50 uomini sono stati processati dal 2 settembre fino ad oggi. I 50 uomini sono stati a loro volta condannati, si pensa però che non siano gli unici ad essere coinvolti, e che altre trenta persone siano riuscite a non farsi identificare.
Domenique Pelicot non è stato ritenuto colpevole solo dello stupro della moglie, ma anche di aver registrato delle immagini di sua figlia Carolina e delle sue nipoti. Esse venivano registrate mentre dormivano nude o soltanto con la biancheria intima.
«Ho visto persone salire sul banco dei testimoni che hanno negato lo stupro e altre che lo hanno ammesso. Ho molti problemi con la banalità dello stupro. In quale momento, quando siete entrati in quella camera, avete avuto il mio consenso? Come avete potuto non fermarvi e non denunciare tutto alla polizia? Per me questo processo è il processo alla vigliaccheria. È ora che la società maschilista e patriarcale, che banalizza lo stupro, cambi. È ora di cambiare il modo in cui guardiamo allo stupro. Mio marito aveva molte fantasie, non tutte realizzabili con lui. Ma perché si è arrivati a questo? Credo che volesse me e non qualcun altro. Poiché non volevo andare in un club per scambisti, pensava di aver trovato la soluzione facendomi addormentare».
Queste sono le parole di Gisèle davanti alla maggior parte degli imputati, che nonostante i video girati da Pelicot, negavano di essere coinvolti nella faccenda. Molti di loro affermavano di aver pensato di partecipare a un atto sessuale consensuale, e di essere stati ingannati da Domenique Pelicot. Ma il marito afferma più volte, smentendo gli altri imputati che negano, che loro sapevano delle condizioni della moglie Gisèle, e cioè che veniva drogata con potenti dosi di Tavor nascoste nell’acqua.
Prossimamente ci saranno altri lavori per tentar di capire quanto Dominique Pelicot e i violentatori della casa di Mazan fossero espressione della «banalità dello stupro» e di una mentalità patriarcale più o meno diffusa tra gli uomini. In ogni caso, Dominique Pelicot e gli altri co-imputati hanno dimostrato di avere nessun tratto di empatia, non riuscendo a capire come ci si possa sentire nei panni della vittima.
Fonte dell’immagine: corriere.it
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