Non sono ancora molto numerosi i Paesi europei che hanno legalizzato le pratiche di eutanasia e di suicidio assistito. Tra questi, il Belgio è senza dubbio il primo degli Stati da menzionare, in cui la dolce morte è consentita dal 2002. Ma la caratteristica sostanziale non è tanto il largo anticipo (rispetto ad altri Paesi europei e del mondo) con cui è stata approvata la legge, quanto il fatto che dal 13 febbraio 2014 essa coinvolga anche i minorenni di ogni età. Ai genitori è sufficiente presentare una domanda al medico curante e, tramite un apposito controllo del Dipartimento federale per l’eutanasia, avendo verificato inoltre lo stato di salute mentale del paziente, sarà possibile accordare la richiesta alla famiglia. Il primo caso per il quale la suddetta legge è stata applicata è arrivato nel 2016. La notizia è stata divulgata dall’Het Nieuwsblad; mentre l’identità del minore che ha scelto la morte assistita è stata celata per ragioni di privacy sia dalla testata che dall’ente di controllo. «Fortunatamente ci sono pochissimi casi di bambini che ci vengono sottoposti, ma questo non significa che dobbiamo rifiutare loro il diritto a una morte dignitosa», ha dichiarato il direttore del Dipartimento, Wim Distelmans, il quale si è fatto portavoce di quelle famiglie (poche, per fortuna) che scelgono coraggiosamente di placare lo stato di sofferenza del proprio figlio, ormai in stadio di malattia terminale.
Anche in Olanda (primo Paese a legalizzare l’eutanasia, nel 2001) sono consentite le pratiche precedentemente citate per i minorenni, con restrizioni fino ai dodici anni di età. Il terzo ed ultimo Stato in cui l’eutanasia non è reato è il Lussemburgo, dove l’apposita legge è stata approvata nel 2009. In Italia, invece, lo scenario è ben più complesso. Nel 2012 venne presentata in Cassazione una proposta di legge ad opera dei Radicali Italiani, che avevano come prima firmataria Mina Welby. La campagna mediatica intitolata «Eutanasia Legale» riuscì ad ottenere i consensi di 67.000 firmatari, tra i quali vi erano Vasco Rossi, Roberto Saviano, Margherita Hack, Rocco Papaleo e Umberto Veronesi. Eppure, la vicenda si è conclusa con un nulla di fatto, benchè il 3 marzo 2016 fosse iniziata la discussione sulla proposta di legge nelle apposite Commissioni per la Giustizia e gli Affari Sociali. Ad oggi, sono oltre 100.000 i firmatari, ma forse non siamo ancora pronti ad affrontare questa battaglia di civiltà.
Francesco Laneri
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