Il drogometro è uno strumento capace di segnalare se un soggetto è sotto l’effetto di sostante stupefacenti. Questo nuovo test aiuta le forze di Polizia a migliorare la sicurezza stradale, nonostante alcuni problemi in seguito ai falsi esiti positivi che può generare.
Il drogometro è uno strumento dato in dotazione agli agenti di Polizia dal 30 ottobre 2015, il cui scopo è segnalare se l’automobilista che viene fermato per controlli è sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Questo test fornisce una risposta immediata e permette di svelare la presenza di cannabis, oppiacei, cocaina e anfetamine nel corpo di un individuo. Il suo utilizzo è molto semplice: al conducente del veicolo viene chiesto di tenere in bocca una cannuccia che assorbe la saliva; essa viene poi inserita nel lettore che dopo 5 minuti emette uno scontrino che segnala se il conducente ha assunto droghe. In caso di esito positivo, scatta il ritiro immediato della patente e si passa a un esame più specifico che consiste nell’ulteriore prelievo di campioni di saliva, i quali saranno inviati al laboratorio tossicologico forense di Roma per analisi più specifiche.
Da quando è stato introdotto, sono stati 617 gli automobilisti sottoposti al drogometro, di cui 155 sono risultati positivi. Siffatto apparecchio è una novità assoluta perché consente agli agenti di effettuare test anti-droga su qualsiasi automobilista fermato, mentre precedentemente potevano essere eseguiti solo dopo un incidente. Prima dell’introduzione di questo apparecchio, doveva essere effettuato un esame delle urine per stabilire se un soggetto aveva fatto uso di narcotici: la differenza tra l’analisi delle urine e quello della saliva sta nel fatto che il primo non è ritenuto attendibile, giacché rintraccia la presenza di sostante stupefacenti fino a quattro giorni dopo la loro assunzione, divenendo quindi impossibile stabilire se il guidatore le avesse ancora in circolo al momento del controllo. E’ per questo motivo che, in fase di giudizio, viene ritenuto più affidabile il nuovo test delle saliva, la cui precisione è del 95%.
Ci sono, tuttavia, parecchi dubbi sull’utilizzo di questo marchingegno: i valori soglia che determinano la positività o negatività del test non sono specificati dalla legge ma sono impostati da Alere, l’azienda produttrice del drogometro. Per la cannabis il valore soglia è fissato a 25 ng/ml, un numero che viene considerato scientificamente valido, ma di scarsa utilità per un consumatore che vorrebbe intuire da sé quanto aspettare per mettersi al volante dopo aver fumato una canna. Altro problema è che il risultato può essere influenzato da molti fattori, come la salute, il metabolismo di una persona, la quantità di liquidi da essa ingerita e variazioni genetiche di diverso tipo. Per tali motivi, l’esito del test effettuato con il drogometro viene considerato presuntivo e per darne conferma, si passa al prelievo di ulteriori campioni di saliva da inviare a laboratori specialistici.
Chi guida sotto l’effetto di stupefacenti infrange l’articolo 187 del codice della strada, il quale comporta: revoca della patente, confisca del veicolo, una sanzione fino a 6000€ e l’arresto da sei mesi a un anno. In fase di giudizio, però, il nuovo test può essere contestato poiché, attualmente, è solo l’esame del sangue a offrire una risposta attendibile al 100%. Nel 2012 il Ministero dell’Interno diffuse una circolare nella quale spiegava che il drogometro è illegittimo e non sufficiente a dimostrare l’impiego di narcotici, si sta però spingendo verso un rafforzamento del suddetto articolo, così da rendere il suo risultato utilizzabile durante un processo. Nella proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio stradale, sono presenti diversi emendamenti allo scopo di dare una maggiore validità medico-legale ai droga-test salivari. Il testo è stato approvato il 29 ottobre e dovrà essere votato dal Senato entro la fine dell’anno.
Martina Sacco
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