Continuano le ricerche del corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla, la donna salvadoregna di 40 anni uccisa la notte tra il 24 e il 25 gennaio. L’assassino è il compagno Pablo Heriberto Gonzalez Rivas. Da oltre una settimana, Vigili del fuoco e Carabinieri stanno setacciando le zone di Inzago, Cassano d’Adda e Treviglio, indicate dallo stesso Rivas durante gli interrogatori.
L’uomo ha confessato di aver gettato il corpo della donna dentro un borsone, abbandonandolo lungo la strada per Treviglio, in un fosso asciutto vicino al fiume Adda. Tuttavia, il punto esatto – descritto in modo impreciso come «nei pressi di una rotonda» – resta ancora sconosciuto alle forze dell’ordine.
Al momento, l’unica certezza è che il telefono di Gonzalez abbia agganciato le celle nella zona di Gessate, Pioltello, Pessano con Bornago. L’analisi dei tracciati telefonici indica che la sua Fiat Punto ha percorso la Padana Superiore fino a Cassano d’Adda, per poi fare ritorno nella zona di Bicocca. Gli investigatori, avvalendosi dei droni del Nucleo Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto dei vigili del fuoco, speravano di velocizzare le operazioni di recupero, ma così non è stato.
Nataly Quintanilla: le ricerche del corpo. Fonte: ilMessaggero.it
Non avendo ancora rinvenuto il cadavere, le forze dell’ordine e i soccorritori sono costretti a interrompere le ricerche per organizzare un nuovo piano. Ancora non si sa molto al riguardo, ma probabilmente il primo passo sarà riascoltare Rivas, che al momento si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere della compagna. Gli investigatori non escludono un nuovo sopralluogo nelle zone da lui indicate.
Ripercorriamo i passi dell’assassino il giorno in cui si è disfatto del cadavere. Dalle ricostruzioni sembrerebbe che la povera Nataly sia rimasta in macchina per un giorno intero prima di essere scaricata al bordo di una strada per Treviglio.
Alle ore 2:00 circa del 25 gennaio, le telecamere del palazzo in cui la coppia viveva hanno inquadrato Rivas mentre prelevava un borsone dalla cantina. Dopo 45 minuti, riappare nelle registrazioni mentre trascinava quello stesso borsone fuori dal palazzo, caricandolo sui sedili posteriori dell’auto.
Nataly Quintanilla: il corpo rimane in auto per quasi un giorno. Fonte: StraNotizie.it
Questo non è tutto, perché il 25 gennaio Gonzalez non si sarebbe presentato a lavoro. Piuttosto, nel pomeriggio, avrebbe buttato il telefono e alcuni indumenti della compagna in un cassonetto. Il motivo? Rivas voleva far credere che Nataly fosse andata via volontariamente. Sarà solo alle 19:00 che Gonzalez salirà in auto e partirà alla ricerca di un posto dove abbandonare il cadavere.
Dalle ricostruzioni, il 48enne si sarebbe immesso in una strada secondaria verso Treviglio-Cassano d’Adda. Tra le 20:00 e le 20:30, avrebbe poi scaricato il borsone in un fossato a lato della carreggiata. Tuttavia, le indicazioni fornite dall’uomo non sono molto precise.
Giorno 11 febbraio è stato effettuato un sopralluogo a casa di Nataly Quintanilla. A recarsi sul posto, i Carabinieri del Ris e della Sezione Rilievi, insieme alle PM Alessia Menegazzo e Letizia Mannella. Grazie all’utilizzo del luminol – sostanza usata per individuare il materiale biologico – sarebbero state trovate delle tracce biologiche.
Sopralluogo nella casa di Quintanilla: trovate tracce biologiche nell’appartamento. Fonte: RaiNews.it
Adesso è fondamentale scoprire quale sia la loro natura. Se si trattasse di sangue, le dichiarazioni di Rivas in merito alla morte di Nataly verrebbero smentite. L’uomo, infatti, aveva detto di aver ucciso la fidanzata durante un rapporto sessuale estremo, spezzandole accidentalmente l’osso del collo. Però, la sua testimonianza non spiegherebbe come sia riuscito a infilare il cadavere all’interno di una valigia.
In ogni caso, escluse le tracce già citate, l’appartamento è risultato pulito e in ordine. Anche la cantina e il box auto sarebbero stati controllati, senza alcun riscontro. Solo il mistero intride questi due posti, tra le cui mura si è consumato un giallo ancora irrisolto.
Facciamo luce sulle dinamiche dell’omicidio. Jhoanna Nataly Quintanilla scompare venerdì 24 gennaio, nella città di Milano. A lanciare l’allarme sono state le amiche, insieme al datore di lavoro di Nataly che ne ha denunciato la scomparsa alla Stazione Milano Musocco dei Carabinieri. Seguono, poi, diversi appelli lanciati sui social, compreso quello dell’Associazione Penelope della Lombardia.
Ma cosa è successo realmente quel giorno? Sono le 17:09 del 24 gennaio. Rivas viene ripreso dalle telecamere di sicurezza mentre fa ritorno a casa dal lavoro, a bordo della sua Fiat Punto grigia. Due ore dopo, intorno alle 18:51, Nataly lo raggiunge nel monolocale al piano terra che condividevano da ormai sette anni. Quintanilla lavorava presso una dottoressa milanese come babysitter e domestica. Non avrebbe mai pensato che, da quell’appartamento, non sarebbe mai più uscita.
Nataly Quintanilla: l’omicidio passo dopo passo. Fonte: Today.it
Quella sera, infatti, si compie l’omicidio. Rivas viene ripreso nuovamente mentre esce da casa alle 1:52 per andare in cantina. Subito dopo, torna con un borsone da palestra. Sarà quella stessa borsa a riapparire alle 2:42, stavolta piena. Al suo interno, il corpo della povera Nataly Quintanilla. Gonzalez trascina la borsa con fatica, posizionandola sui sedili posteriori dell’auto. Dopo di che, rientra la macchina nel box alle 2:47 e torna a casa alle 3:32.
Solo alle 4:39, il cellulare di Nataly si spegnerà. Nel tardo pomeriggio del 25 gennaio, precisamente alle ore 18:33, Rivas sale a bordo della sua Punto. Dal tracciato delle celle telefoniche, sappiamo che si dirige verso le campagne di Treviglio passando per Bresso, Gessate e Inzago sulla Statale 11 Padana Superiore. Il viaggio termina nei pressi di Cassano d’Adda, dove Gonzalez abbandona il cadavere della compagna, a detta sua «in un fosso senza acqua, vicino a una rotonda». Poi, dopo circa mezzora, ritorna a Bicocca.
Ancor prima della sua confessione, Rivas era l’indagato più papabile. Contro di lui, diverse prove, come i video delle telecamere, le menzogne sull’atteggiamento di Nataly e il suo desiderio di andare via. Per non parlare, poi, della denuncia mossa solo una settimana dopo l’effettiva scomparsa della fidanzata.
Nonostante le riprese testimoniassero il contrario, Gonzalez diceva che la compagna si fosse allontanata da sola dall’appartamento di Piazza dei Daini. Con sé aveva due valigie, i documenti e la carta di credito. Ovviamente, dichiarava il falso. Nei filmati di sicurezza non si vedeva nulla del genere. Piuttosto, Rivas era stato ripreso mentre si affaccendava con il misterioso borsone tanto cercato negli ultimi giorni.
Un elemento da non sottovalutare è l’ultimo messaggio che Nataly ha inviato su Whatsapp a una sua amica. Nella fantomatica notte tra il 24 e il 25 gennaio, viene mandato un sms alle 00:39 dal telefono della vittima. Si pensa che l’abbia scritto Rivas, a omicidio ormai compiuto. Un tentativo di depistare le indagini? Possibile. A suggerirlo è anche il modo in cui è stato formulato, diverso rispetto al solito. I due messaggi ricevuti dopo, tra l’altro, non hanno mai avuto risposta, nonostante fossero stati letti.
Gonzalez, nelle sue varie dichiarazioni, sottolineava sempre come Quintanilla stesse attraversando un periodo complicato. Diceva di avere «una zia che sta molto male, parlava solo della morte. Diceva che se fosse morta, nessuno l’avrebbe cercata. Negli ultimi mesi non era più la stessa: il suo permesso di soggiorno stava per scadere e qui è difficile trovare qualcuno che ti faccia un buon contratto». Le amiche di Nataly, però, smentiscono ogni cosa, così come la sua datrice di lavoro. Infatti, il pomeriggio dello stesso giorno in cui è scomparsa, Nataly aveva chiamato la dottoressa presso cui lavorava. Le disse che inavvertitamente aveva preso un paio di guanti del bambino a cui badava, ma che li avrebbe riportati quel lunedì.
Il 31 gennaio, Rivas sporge denuncia per la sparizione della compagna. Ormai era passata una settimana dall’accaduto e la datrice di lavoro di Nataly aveva già lanciato l’allarme ai Carabinieri di Milano. Gonzalez si giustifica. Credeva che la compagna fosse da un’amica. Dice anche che quella sera aveva preso «la solita medicina per dormire». Solo la mattina dopo, intorno alle 5:00, si era accorto della sua scomparsa. «Aveva fatto una valigia la sera prima di sparire. Spesso metteva gli abiti che non indossava nelle borse – spiega Rivas –, abbiamo poco spazio in casa. Per questo non mi è sembrato strano che lo stesse facendo».
Ma l’unico ad aver “fatto la valigia” quella notte è stato lui.
Perché Rivas avrebbe dovuto uccidere la compagna? Capiamo meglio chi è e quale movente potrebbe averlo mosso.
Pablo Gonzales Rivas è un operaio di 48 anni, originario di El Salvador, come Nataly. Quello che ha interessato di più gli inquirenti è che, proprio a El Salvador, Gonzales avesse una ex moglie e due figli. Spesso capitava che inviasse loro dei soldi.
Chi è Pablo Gonzales Rivas. Fonte: informazione.it
Danielly Gullèn, amica della vittima, ha raccontato a Fanpage.it che i due non litigavano spesso. Ogni tanto, però, avevano delle discussioni perché «lui mandava troppi soldi a El Salvador ai suoi figli». La relazione tra i due, inoltre, andava avanti da quasi vent’anni. Lui, però, era arrivato in Italia solo cinque anni fa, per cui molto tempo dopo rispetto a Quintanilla.
L’obiettivo degli inquirenti, adesso, è scoprire se Gonzales avesse avuto, nel frattempo, una relazione con un’altra donna o se avesse intenzione di ritornare con la ex moglie. Altra ipotesi non trascurabile è che fosse Nataly a voler troncare la relazione con lui.
Nel corso dell’interrogatorio con la gip di Milano, Anna Calabi, durato più di due ore, Rivas confessa il suo ruolo nell’omicidio di Quintanilla. Ammette di averla uccisa, seppur senza volerlo, durante un gioco erotico dalle tragiche conseguenze. Poi, mosso dal panico, si è sbarazzato del corpo. Il luogo esatto dove ha abbandonato il cadavere ancora non si conosce. Le sue indicazioni sono poco chiare, ma ha suggerito che si trovasse lungo la strada che porta a Cassano d’Adda. Il corpo, come già si era evinto dalle registrazioni della telecamera di sicurezza, era stato messo dentro un borsone. Tuttavia, nega di averlo smembrato.
La verità verrà fuori solo quando il borsone verrà ritrovato. Attraverso un’autopsia, verranno chiariti i fatti avvenuti quella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Per ora, Rivas rimane in carcere con l’accusa di omicidio volontario e di occultamento di cadavere. La pena massima prevede l’ergastolo.
Non è tutto, però, perché ad aggravare la sua situazione è una dichiarazione fatta nel corso dell’interrogatorio. Gonzalez, infatti, ha ammesso la sua intenzione di andare a Lisbona senza Nataly proprio nei giorni in cui lei era data per scomparsa. Gli inquirenti hanno inteso questo progetto come tentativo di fuga verso casa. Da Lisbona partono diversi voli internazionali, compreso quello per El Salvador.
La ricostruzione poco chiara dei fatti e il rischio di fuga in Portogallo hanno indotto il giudice a ritenere Pablo Gonzalez inaffidabile, portandolo così a convalidare il fermo e a disporre la custodia cautelare in carcere.
Il giallo di Nataly Quintanilla è pieno di dubbi e misteri. Uno di questi è la premeditazione di Rivas. Le sue azioni, a partire dal giorno in cui la donna scompare, fanno pensare che Gonzalez fosse lucido piuttosto che in preda al panico.
Innanzitutto, ha sporto denuncia una settimana dopo la scomparsa, perché messo sotto pressione dalle amiche di Nataly. È alquanto probabile che volesse prendere tempo, forse proprio per fuggire verso Lisbona e prendere un aereo per casa, prima che il tutto fosse ufficializzato.
Sin dall’inizio ha tentato di simulare il trasferimento della compagna altrove, in un posto imprecisato. L’intento, ovviamente, era quello di rimanere fuori dalla dinamica di allontanamento di Quintanilla, addossando le cause a uno stato depressivo infondato. Nonostante i tentativi di depistaggio, infatti, Nataly non aveva mai dato quell’impressione, tantomeno esistevano elementi a favore di questa tesi.
Inoltre, sempre per evitare di venire coinvolto ed essere sospettato, ha eliminato chat e chiamate con la compagna, smarrendo il suo telefono. Non c’è bisogno di specificare che anche l’occultamento del cadavere è stato necessario a tal fine.
Nel corso delle indagini, Rivas si è dimostrato emotivamente distaccato, come se la scomparsa della compagna non lo riguardasse in prima persona. Tuttavia, si è contraddetto molteplici volte.
Ciò che conta, adesso, è rinvenire il corpo di Nataly Quintanilla per darle una degna sepoltura e fare giustizia.
Fonte immagine: Milano.Repubblica.it
Sara De Luca
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