Marsa Alam, due turisti italiani attaccati da uno squalo, un morto ed un ferito. La vittima è Gianluca Di Gioia, ferito il 69enne Peppino Fappani.
Sarebbe dovuta essere una vacanza per chiudere il 2024 tra le spiagge e la barriera corallina di Marsa Alam, sul Mar Rosso. In un attimo però si è trasformata in tragedia a causa dell’attacco di uno squalo a due turisti italiani. Evento che ha spezzato la vita di Gianluca Di Gioia, 48enne romano residente in Francia, e ha ferito in modo non grave Peppino Fappani, 69enne della provincia di Cremona, intervenuto per soccorrere l’amico dalla furia dell’animale.
I due italiani sono stati attaccati la mattina di domenica: “In acque profonde al di fuori della zona di balneazione”, riferisce il ministero dell’Ambiente egiziano. La procura di Qusair, in Egitto, ha aperto un’inchiesta per chiarire le circostanze e alla quale lavorerà anche una commissione urgente formata dal ministero dell’Ambiente, per il coordinamento e la cooperazione con il governatorato del Mar Rosso e gli altri enti competenti.
Il tratto di mare dove è avvenuta la disgrazia rimarrà chiuso alla balneazione per due giorni, a partire da lunedì. Il corpo della vittima è stato trasportato all’ospedale di Port Ghalib insieme a Fappani.
L’Ambasciata d’Italia al Cairo presta assistenza consolare alla famiglia del deceduto e all’amico ferito. Gianluca Di Gioia, classe 1976, laureato nel 1995 in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma. Aveva lavorato presso il centro di ricerca dell’European Commission ed era impegnato dal 2012 all‘European External Action Service (Eeas), ovvero il servizio diplomatico dell’Unione europea. Sposato da 2013 con la moglie di origine francese, sui social foto di lui in giro per il mondo.
Fappani, odontotecnico di Soncino, in provincia di Cremona, era amico da diverso tempo di Di Gioia. E secondo le prime informazioni, è rimasto ferito dopo essere intervenuto proprio per aiutare l’amico. Gli attacchi di squali sono eventi abbastanza rari lungo le coste egiziane del Mar Rosso: tra gli ultimi episodi, la morte a Hurghada di un russo nel giugno dell’anno scorso e di due turiste nel 2022, un’austriaca e una britannica. Sempre nel Mar Rosso, un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell’anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai.
Marsa Alam era poi tornata agli onori delle cronache il 25 novembre scorso, quando uno yacht turistico, il “Sea Story”, è affondato a causa di condizioni meteorologiche avverse, provocando quattro morti, sette dispersi e 33 sopravvissuti, tra cui una cittadina belga con doppia nazionalità italiana. Casi isolati che non hanno frenato il flusso di viaggiatori verso queste coste, tra le mete più gettonate del turismo di Capodanno grazie alla sua barriera corallina popolata di pesci tropicali che lo rendono simile a un acquario godibile anche solo con maschera e boccaglio.
Negli ultimi giorni, scrivono i media egiziani, gli aeroporti di Hurghada e Marsa Alam hanno registrato l’arrivo di circa 150.000 turisti di varie nazionalità: Germania e Russia sono in cima alla lista, seguite da Regno Unito e dall’Italia, al quarto posto, con tassi di occupazione alberghiera che si attestano tra il 90% e il 100%. Numeri che fanno bene all’economia locale, ma che potrebbero aver influenzato negativamente l’ambiente marino: secondo alcuni esperti, un’edilizia mal regolamentata, la pesca eccessiva e pratiche turistiche irresponsabili contribuiscono infatti a modificare l’ecosistema e il comportamento degli squali.
Fonte foto in evidenza: ansa.it
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