Come e su cosa si informano gli italiani? A questa domanda ha risposto il rapporto sul consumo delle informazioni 2017 redatto da Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, pubblicato il 19 febbraio scorso. In questo studio si analizza il percorso dall’accesso all’informazione fino alla vera e propria fruizione delle notizie, cercando di evidenziare i fattori che escludono o marginalizzano certi individui da questo processo. È stato rilevato che nel 2017, il 97% degli italiani ha accesso ad almeno un mezzo di comunicazione e il 95% della popolazione dai 14 anni in su si informa su di essi. La televisione rimane il mezzo più usato e ritenuto più affidabile, ma all’orizzonte cresce sempre di più potenza di Internet, giunto al 2° posto come frequenza di accessi (il 70%) per scopo informativo e solo il 20,7% dichiara di poter rinunciare alla connessione. La maggior parte degli italiani dichiara di affidarsi a “fonti algoritmiche”, ovvero social networks e motori di ricerca, per reperire informazioni, soprattutto i soggetti minorenni. Tuttavia c’è una percezione di inaffidabilità delle notizie online e dopo che il Collins Dictionary ha decretato fake news espressione simbolica dell’anno passato, non c’è da stupirsi.
L’Autorità dichiara infatti che: «le piattaforme digitali fungono da intermediari per l’accesso all’informazione online da parte dell’individuo, accesso che molto spesso è frutto anche dell’incidentalità e casualità della scoperta delle notizie da parte dello stesso cittadino, che peraltro rischia di non avere piena consapevolezza circa la natura e la provenienza dell’informazione». La possibilità di informarsi gratuitamente ha innescato anche una spirale negativa nella produzione di quotidiani e periodici, inducendo gli editori a tagliare costi e investimenti nel prodotto giornalistico e portando ad una perdita in termini di reputazione della stampa. È cambiato, inoltre, il modo di fruire le notizie: l’utilizzo di più device (cross-medialità), come smartphone, tablet, tv, ha determinato la diffusione di una superficialità che spesso porta alla disinformazione. In questo periodo di campagna elettorale e prossime elezioni, televisione ed Internet sono stati i mezzi privilegiati per l’informazione politica. L’Agcom ha voluto analizzare la polarizzazione ideologica all’interno della rete, evidenziando il fenomeno delle echo chambers, letteralmente camere di risonanza, cioè delle cerchie in cui individui con le stesse idee politiche le condividono e discutono solamente tra loro, aggravando il problema dell’informazione selettiva e della ricerca di consenso da parte degli altri. Alla luce di questo rapporto, la “dieta mediatica” degli italiani appare molto variegata, ma c’è ancora della strada da fare per evitare indigestioni e, soprattutto, intolleranze.
Anna Colombo
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