Nulla di nuovo nel parlare di social e chat, e di come essi abbiano ormai “monopolizzato” in qualche modo le nostre vite. Molti si chiedono se ciò sia un bene e pensano che essi stiano pian piano spingendoci verso l’abbandono dei tradizionali incontri a “tu per tu”, altri non si curano di porsi troppe domande e non trovano nulla di male nel loro utilizzo quotidiano. La realtà, come sempre, è composta da mille sfaccettature e analizzare un fenomeno così ampio e complesso non può essere semplice. Oltre ai ben noti e ormai ampiamente sdoganati social come Facebook, Twitter, Instagram e altre app dedicate alla messagistica istantanea come Whatsapp, si sono aggiunte, più o meno di recente, altre app come Tinder create per conoscere nuova gente e trovare partner compatibili con cui avere un incontro. Ne esistono anche altre come Grindr, Happn, Hornet, Wapa già da tempo usate e conosciute.
Il numero di persone che utilizzano queste applicazioni va crescendo, ma soltanto Tinder conta più di 50 milioni di iscritti e si stima che in media questa applicazione venga utilizzata per un’ ora e mezza al giorno. Ma cos’è esattamente e come funziona? Per iscriversi basta avere un account Facebook ‒ ma l’azione non è tracciabile sul social network ‒ e tramite il sistema di geolocalizzazione che l’app utilizza, sarà possibile individuare donne e uomini disponibili e vicini alla nostra posizione. Tutto ciò che bisogna fare e scorrere le foto dei “candidati” proposti e segnalare o meno il proprio interesse: scorrendo il dito verso destra, in termine tecnico si dice “swippando”, si indica il gradimento, verso sinistra si elimina il profilo dalle proprie preferenze. Se l’interesse e reciproco si può passare alla chat che su questo social prende il nome di “match”. Tutto semplice e veloce, almeno apparentemente.
Gli utenti sono numerosi e l’app è ormai diventata un vero e proprio fenomeno di costume: secondo alcuni dati riguardanti gli utenti di Tinder nel mondo il 51% è single, il 34% è sposato, l’11% coinvolto in una relazione, mentre il 3% divorziato. Il 62 % degli iscritti sono uomini, il 41% ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, il 38% ha tra i 16 e i 24 anni. I paesi che lo utilizzano di più al mondo sono: Stati Uniti, Inghilterra, Brasile e India, con un dato crescente del 400% in un anno. La Spagna è il primo paese in Europa e l’Italia il secondo, con una crescita del 30% di iscritti rispetto al 2014. Ma perché sempre più persone decidono di utilizzare questi sistemi? È davvero diventato difficile conoscersi al di fuori dei social e delle app o semplicemente attrae l’idea di poter consultare in qualsiasi momento una lista di possibili “incontri” semplicemente scorrendo il dito sullo schermo? Le motivazioni che spingono a farlo sono tante, tra cui la curiosità e la voglia di evasione; molti dicono di cercare l’anima gemella mentre altri ammettono di utilizzarlo principalmente per incontri occasionali. Non tutti coloro che lo provano si dichiarano poi soddisfatti, lo scegliersi solo sulla base di una foto e di una “collocazione geografica favorevole” può non bastare e spesso porta a una delusione delle aspettative.
L’obbiettivo delle app come Tinder è quello di allargare il raggio delle amicizie e di favorire la socializzazione e la comunicazione; ma il rovescio della medaglia è che contemporaneamente conoscersi e incontrarsi diventa sempre più difficile e il fatto che si senta l’esigenza di ricorrere a tali sistemi digitali ne è forse un po’ la prova.
Lorena Peci
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