Sono ormai trascorsi cinque anni dalla scomparsa del motociclista romagnolo Marco Simoncelli. Quella maledetta gara al circuito di Sepang, il 23 ottobre 2011, ha segnato una delle pagine più tragiche della MotoGP. I rischi del mestiere vanno contemplati, e i piloti sanno bene come farvi fronte, ma un incidente di tale portata e dall’esito talmente infausto nessuno sarebbe stato in grado di prevederlo. Il centauro di Cattolica, come veniva spesso chiamato da amici e tifosi, scivolò durante una curva e venne travolto da due piloti che non ebbero il tempo materiale per evitare l’incidente. La prima di queste due moto era quella di Colin Edwards; la seconda, una Ducati con il numero 46. Era proprio quella di Valentino Rossi: amico storico e poi rivale in pista di Simoncelli. «Se potessi scegliere, come regalo di Natale, vorrei indietro il Sic», aveva dichiarato Rossi qualche settimana dopo la scomparsa del collega, e in occasione dell’anniversario del quinto anno dalla sua morte , ecco che arriva la prima dedica sul podio, in occasione del Gp d’Australia. Dopo una straordinaria rimonta, dal quindicesimo al secondo posto, è arrivata la prima dedica dopo un successo in pista.
Marco Simoncelli non verrà semplicemente ricordato per il modo tragico con cui ci ha lasciati, ma anche per l’inconfondibile carisma e quella genuina simpatia che lo rendevano uno dei piloti più amati del Motomondiale. Poi quei folti ricci, in stile Caparezza, quell’accento romagnolo e quella voce nasale. Riconoscerlo tra tutti era semplice: bastava soltando individuare la sua Honda col numero 58, i capelli che fuoriuscivano dal casco e la sua elevata statura. In pista correva come fosse indemoniato, tanto che in molti tra i suoi colleghi, Rossi tra tutti, lo esortavano ad essere più prudente. Il suo talento, tuttavia, era assolutamente cristallino: iniziò a correre all’età di 7 anni, vincendo il suo primo titolo a 12; successivamente, il 19 ottobre 2008, diventerà campione del mondo della classe ‘250, proprio lì: a Sepang. «Il mio sogno, da quando ancora non camminavo, è uno solo: andare forte sulle moto grosse» dichiarerà con delle parole rimaste celebri. Il 2 novembre 2011 gli verrà intitolato il circuito di Misano e nel 2016 la Dorna ritirerà il numero 58, stabilendo che il Sic sarebbe dovuto rimanere l’unico a esibirlo sulla sua moto.
Il centauro di Cattolica ha rappresentato una generazione di piloti che fin da bambini sognavano di correre in pista su quelle moto, noncuranti dei rischi che il mestiere comporta. Adesso questo sogno per molti è diventato realtà grazie alla Sic58, una scuderia per giovani talenti che dal 2017 debutterà nel Motomondiale. «Perché si vive di più andando 5 minuti al massimo su una moto come questa di quanto non faccia certa gente in una vita intera» dirà Simoncelli ad un giornalista durante un’intervista. Queste parole riassumono in maniera esemplare l’essenza di una vita “vissuta in sella alla vita”, dove correre più veloci del vento rappresentava la priorità assoluta e la massima aspirazione di un uomo che è rimasto dentro il cuore di tutti gli amanti dello sport.
Francesco Laneri
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