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Ci lascia Papa Francesco: il Pontefice “povero” della gente e della pace
21 Aprile 2025
Attualità

Ci lascia Papa Francesco: il Pontefice “povero” della gente e della pace

Home » Attualità » Ci lascia Papa Francesco: il Pontefice “povero” della gente e della pace

Con sincero cordoglio salutiamo Papa Francesco. Il Pontefice ci ha lasciati oggi, 21 aprile, nel Lunedì dell’Angelo. Ricoverato lo scorso febbraio, per circa un mese, presso il policlinico Gemelli di Roma a causa di una grave polmonite bilaterale, Papa Francesco muore il giorno dopo la Domenica di Pasqua. 

Durante gli ultimi mesi, prima il Policlinico Gemelli e, poi, il Vaticano erano diventati per i fedeli di tutto il mondo una tappa di pellegrinaggio. Ogni giorno, le loro preghiere erano rivolte al Pontefice. «Cerchiamo di stare vicino al papa». Alcuni di loro disponevano delle candele, altri dei fiori, altri messaggi di speranza e salute. «Lui è come un padre per noi», dichiararono un gruppo di giovani fedeli venuti dall’Argentina, terra natia di Bergoglio. 

La biografia di Papa Francesco

Jorge Mario Bergoglio, primo pontefice a giungere dalle Americhe, nacque a Buenos Aires (Argentina) nel 1936 da genitori emigrati italiani. Diplomatosi come tecnico chimico, entrò in seminario nel 1958 passando al noviziato della Compagnia di Gesù. Si laureò in filosofia nel 1963 e sei anni dopo fu ordinato sacerdote. Dopo varie esperienze di insegnamento e la nomina a provinciale dei gesuiti dell’Argentina (1973-79) fu incaricato rettore della facoltà di Teologia e Filosofia di San Miguel (1980-86). Nel 1998 divenne arcivescovo di Buenos Aires per successione, mentre nel 2002 seguì la nomina di cardinale da parte di Giovanni Paolo II. Dal 2005 al 2011 fu presidente della Conferenza episcopale argentina.

In qualità di membro del Pontificio consiglio per la Famiglia e della Pontificia Commissione per l’America Latina, il 13 marzo del 2013 è stato eletto papa al quinto scrutinio da 115 elettori, diventando così sia il primo papa latinoamericano sia il primo gesuita ad assurgere a tale carica. Fin dagli inizi, pontificato di papa Francesco si è connotato di una dimensione evangelica, aperta al dialogo interreligioso e alla tolleranza su temi di morale civile e familiare.

Papa Francesco

L’omaggio alla povertà nella scelta del nome Francesco

L’approccio di Papa Francesco è stato per i poveri e in mezzo ai poveri, in una logica che ha dato valore alle problematiche civili, ambientali ed economiche, mai dimenticando l’iniquità che caratterizza il mondo, come l’ottica da cui partire.

Spiegò con queste parole la scelta del nome Francesco: «Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi». Una decisione inedita, storica, un omaggio al frate di Assisi; poiché egli «È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no?» Da qui, il suo profondo desiderio di “una Chiesa povera, e per i poveri”.

La povertà e l’esclusione sociale sono state quindi le chiavi interpretative di cui si avvalse il papa in questi 12 anni di pontificato. La sua non fu una dottrina opposta o di rottura rispetto a quella dei predecessori. Egli ha cambiato, però, l’ordine delle priorità rendendolo più comprensibile e vicino alle persone del nostro tempo.

Bergoglio è stato anche il papa dei gesti che rimangono più di ogni altra cosa nel cuore delle persone. L’elenco sarebbe infinito: da Lampedusa a Bangui, dall’Iraq al campo nomadi di Roma, fino al suo pregare “tutti nella stessa barca” in piazza San Pietro nel pieno della pandemia. Ognuno pensi e faccia memoria di questi gesti e si lasci convertire il cuore da questo erede di Pietro “venuto dalla fine del mondo”.

Papa Francesco: una guida dei cattolici di tutto il mondo

Papa Francesco ha sempre orientato il suo sguardo ai luoghi  più remoti della Terra. Mete individuate di proposito, sempre rispecchiando quel tracciato che lo ha portato a rischiarare e mettere in risalto culture e aspetti sociali di cui si parla troppo poco, ma che sono vivi e presenti. L’elenco sarebbe infinito: dall’Albania (2014) al Madagascar (2019), dall’Uganda (2015) all’Iraq (prima volta per un Papa, nel 2021; una tappa sognata fin da Giovanni Paolo II), senza dimenticare le tradizionali Giornate mondiali della Gioventù (in Brasile nel 2013, a Cracovia nel 2016 e a Panama nel 2019) 

Già nel 2007 il cardinale Bergoglio aveva detto che «viviamo in una delle più diseguali parti del mondo, che ha visto certamente una grande crescita economica, ma anche l’impoverimento dei più deboli. L’ingiusta distribuzione dei beni persiste, creando una situazione di peccato sociale che grida al Cielo e limita le possibilità di una vita degna di questo nome per così tanti nostri fratelli».

Seguendo la medesima azione pastorale papa Francesco denunciò sempre la “cultura dello scarto”, ovvero il giudicare persone, comunità o interi popoli come individui da respingere e escludere. Da qui l’attenzione speciale al tema delle migrazioni e dell’accoglienza dei profughi economici e politici.

L’incontro del Papa con i migranti durante la visita a Lampedusa nel 2013

Gli appelli di pace

In più di dieci anni, l’attenzione del papa è sempre stata rivolta al raggiungimento della pace tra i popoli e della cessazione di conflitti e violenze. Sono numerose le volte in cui mobilitò spiritualmente cattolici e non per chiedere il dono della fraternità. Dalla Siria al Sud Sudan e Congo, dal Libano all’Afghanistan, dall’Ucraina al Medio Oriente. «Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche,» dice il papa «perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra».

L’ultima apparizione pubblica nel giorno di Pasqua

L’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco risale alla giornata di ieri, domenica di Pasqua, quando era apparso a sorpresa tra la folla dopo la benedizione Urbi et Orbi a piazza San Pietro. Dal giorno delle sue dimissioni a oggi, quello della sua scomparsa, le sue condizioni sembravano in leggero miglioramento anche se, il suo viso e la sua fatica nel parlare e respirare, mostravano tutte le sofferenze dell’ultimo periodo.

Il giorno di Pasquetta, ci lascia un Pontefice buono. Vicino al popolo, ai fedeli, alla gente. Forse, troppo moderno per una Chiesa che si deve rimodernare e avvicinare maggiormente ai più giovani. Di sicuro, un Papa che ha sempre cercato la pace. La fede. La speranza. Riposa in pace, Papa Francesco.

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