Uno degli effetti collaterali che creano più disagio, soprattutto alle donne, durante la chemioterapia è sicuramente la perdita dei capelli. Per cercare di risolvere questo problema i ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) hanno brevettato uno speciale casco in grado di preservare l’integrità dei capelli grazie all’effetto del freddo. Questo speciale strumento è stato presentato in occasione dell’incontro “IEO per le donne”, che ogni anno riunisce tutte le donne, ex pazienti dell’Istituto Europeo di Oncologia, ma anche di altri istituti che ogni giorno combattono per sconfiggere il cancro.
Il rivoluzionario casco non è altro che un’idea nata negli anni ’60, ma senza nessun risultato soddisfacente. Indossato da più di 30 donne affette da tumore al seno, stavolta ha ottenuto ottimi riscontri, in alcuni casi addirittura la capigliatura è rimasta intatta. Secondo quanto dichiarato dal direttore della Senologia Chirurgica Paolo Veronesi: «l’85% di coloro che hanno utilizzato il nuovo strumento si è detto soddisfatto, vale a dire che in 25 pazienti la caduta è stata di grado 1 o 2, cioè non percepibile dal punto di vista estetico». Ed è lo stesso Veronesi a spiegare il funzionamento di questo particolare casco: «È un sistema di raffreddamento che protegge le cellule dei bulbi piliferi del cuoio capelluto dai danni da farmaci, riducendo la caduta dei capelli», il freddo va a diminuire la perfusione del sangue e del metabolismo andando così a ridurre l’attività distruttiva dei chemioterapici. La temperatura viene regolata attraverso degli speciali sensori e può raggiungere dai 3 ai 5 gradi.
«Non tutti i pazienti hanno le indicazioni al trattamento con il caschetto, perché il successo è legato alla tipologia di chemioterapia seguita, alla dose, al tempo di infusione e, come per tutte le cure, alla caratteristiche individuali della persona. Dopo il primo gruppo pilota, continueremo a studiare questo strumento per perfezionarne ed estenderne al massimo l’utilizzo». Infatti, per il momento, l’innovativo casco è indirizzato solamente a pazienti con cancro al seno, ma non si esclude la possibilità che in tempi brevi possa essere esteso ad altri casi.
Ciro Pappalardo
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