Il boss dei Casalesi Francesco Schiavone, meglio conosciuto come “Sandokan”, si pente dopo 26 anni di carcere duro: ha deciso di collaborare con i magistrati, forse per impedire la riorganizzazione del clan.
Francesco Schiavone, meglio noto come Sandokan e come capo clan dei Casalesi, ha finalmente deciso di collaborare con i magistrati. A darne notizia il Corriere Caserta, e a confermarlo, poco dopo, è la stessa Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Il boss, oggi 70enne, fu arrestato 26 anni fa, nel 1988. Fu condannato all’ergastolo nel maxi-processo Spartacus, durato fino al 2010, nel corso del quale vennero arrestati 115 membri del clan Casalesi.
Da allora, l’ex boss è stato detenuto prima presso il carcere di Parma e poi de L’Aquila in regime di 41-bis. Si è sempre rifiutato di collaborare, nonostante due suoi figli abbiano deciso di intraprendere questa strada: prima Nicola, nel 2018, e poi Walter nel 2021.
La decisione di collaborare arriva in un momento difficile per il boss. Infatti “Sandokan” avrebbe di recente scoperto di soffrire di tumore.
Nei giorni scorsi, infatti, è stato trasferito al carcere de L’Aquila per permettergli di curarsi all’ospedale San Salvatore, come avvenne mesi fa con Matteo Messina Denaro. È proprio in questo frangente che avrebbe deciso di intraprendere questa importante decisione, che potrebbe essere determinante per il lavoro degli inquirenti e per la vita del clan.
La travagliata decisione di Sandokan di collaborare con la giustizia, infatti, potrebbe permettere alle forze dell’ordine di risalire a segreti importantissimi sul clan dei Casalesi, custoditi gelosamente dal boss in 26 anni di detenzione e finora rimasti avvolti nel mistero: parliamo, ad esempio, dell’omicidio del fondatore del clan Antonio Bardellino in Brasile, o degli intrecci tra camorra e politica.
Dopo la decisione del capoclan di collaborare, le forze dell’ordine si sono recate a Casal di Principe per parlare con i suoi familiari e per proporgli il programma di protezione. Tuttavia, i parenti hanno preso le distanze dalla volontà del boss e hanno rifiutato il programma di protezione, restando nel Casertano.
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