BRASILE − Vitoria è solo l’ultima cittadina divenuta teatro di una guerriglia figlia di tre anni di recessione economica: le casse brasiliane sono povere. E così i licenziamenti, i tagli e i salari drasticamente calati, secondo quanto riporta Repubblica.it, hanno lasciato spazio alla violenza. Le strade e le piazza sono vuote, i negozi e gli uffici chiusi, restano aperte poche strutture tra cui gli ospedali, costretti a lavorare blindati e il relativo istituto di Medicina Legale che, a causa dell’eccessivo numero di cadaveri abbandonati per strada, ha le celle frigorifere colme di spoglie orfane di qualcuno pronto a reclamarle e piangerle. Cadaveri? Sì, sono il prodotto di ciò che ormai a Vitoria è l’ordine del giorno: incendi dolosi, regolamenti di conti e assalti. Gli 800.000 abitanti della capitale dell’Espirito Santo è messa a ferro e fuoco dalla criminalità. I sicari che appestano le strade dell’ormai non più ridente cittadina verde-oro hanno, però, una specie di firma: quattro colpi di pistola per ogni vittima.
Il governatore locale ha sventolato bandiera bianca dopo 200 negozi, 100 case e 3 centri commerciali assaltati, oltre che sei autobus sequestrati e bruciati. Proprio alla luce di ciò, ha consigliato alla popolazione di non uscire di casa, mentre ha suggerito all’azienda responsabile dei trasporto pubblici di fare soltanto due ore di corso al giorno. Davanti ai cittadini, chiamati alle (loro) armi, per difendersi da saccheggi e rapine, il Governo non è rimasto immobile e ha dato il via alle operazioni di “salvataggio” di Vitoria, mandando 300 poliziotti, 300 soldati e 200 membri della Guardia Nazionale. Tutto ciò (per ora) è servito, comunque, a ben poco: le scuole e gli uffici sono rimasti chiusi, i bus non hanno aumentato le ore di attività, solo alcuni negozi hanno ripreso l’attività, aprendo nelle ore di punta. A macinare chilometri nelle strade di Vitoria restano solo pochi taxi che devono attraversare, impavidi, un centro città ormai fulcro di una guerriglia che non tende a fermarsi.
In tutto questo trambusto, la polizia locale (per ora) resta nelle proprie caserme: la ragione di ciò sarebbe ravvisabile in una sorta di sciopero rivendicato dalle Forze dell’Ordine di Vitoria alla luce di mancati aumenti di stipendio. Eppure proprio i corpi armati garanti della sicurezza dei cittadini non possono scioperare. Altresì sui social network diversi utenti etichettano questa inerzia come mera codardia. E nonostante la magistratura abbia minacciato di far pagare alla Polizia 10.000 reais di multa per ogni giorno di sciopero, l’inattività prosegue in maniera tutt’altro che blanda. Infatti, la protesta è stata estesa alle «mogli, le sorelle, le figlie e le madri dei poliziotti» riporta Repubblica.it, le quali hanno montato dei picchetti di protesta all’entrata della varie caserme, bloccandone l’accesso, per rivendicare degli adeguamenti salariali alla luce delle attività pericolose che svolgono i loro cari (poliziotti). La gente, adesso, rimpiange i periodi “sicuri” che il Brasile ha vissuto durante i Mondiali e le Olimpiadi: eppure, a quei tempi, l’esercito presidiava tutte le strade, persino i vicoli più insulsi.
Francesco Raguni
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Francesco Raguni, a 20 anni, è iscritto al Dipartimento di Giurisprudenza di Catania: tra un esame oggi e un altro domani, trova sempre il tempo di scrivere. Detto “Ciccio” dagli amici, ha come miti Francesco Guccini, Ernest Hemingway, Roberto Saviano e Nelson Mandela. È un grande sostenitore del progetto Anything To Say e collabora felicemente anche con SoccerWeb24. Il suo motto? «La maniera di andare a caccia è quella di cacciare per tutta la vita […] e quella di scrivere, di scrivere finché riesci a vivere». La sua malattia? Il Milan.