TORINO – Nelle scorsa mattinata, il personale della Digos della Questura di Torino ha eseguito due misure cautelari, in arresti domiciliari, nei riguardi dei leader storici di Askatasuna, Rossetto Giorgio e Marzuoli Mattia, per i gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare, dell’obbligo di presentazione alla PG, a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato. Le articolate indagini, svolte dalla locale Digos – e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino –, avevano consentito di denunciare, complessivamente, n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7, ai leader storici di Askatasuna, tra cui proprio Rossetto Giorgio e Marzuoli Mattia.
Al riguardo, infatti, si rammenta che l’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7, aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionalista che, sotto la sigla Assemblea RESETG7, aveva, sin da subito, avviato una mobilitazione generale sfociata, poi, in una escalation di azioni violente. In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si è svolto un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si sono registrati diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine, con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice.
Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando, più volte, di raggiungere il predetto “albergo”, senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico. La mobilitazione ha ripreso, poi, nella serata, allorquando, circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, cominciarono a lanciare diverse bombe carta e artifizi pirotecnici, mediante lanciatori multipli, contro i contingenti delle forze dell’ordine, che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscirono a disperdere i facinorosi.
Altri episodi di intemperanza si son verificati la mattina del 30 settembre, quando, circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentarono di forzare lo sbarramento effettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa, e lanciando, altresì, bombe carta e razzi verso la Polizia. Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, ha riprovato due analoghi tentativi di sfondamento, sul lato destro di piazza Vittorio Veneto, con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.
Per i summenzionati episodi sono state adottate, dall’Autorità Giudiziaria di Torino, n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” e “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati). Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del Festival Alta Felicità, di altri reati analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice per le indagini èreliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ha ripristinato nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.
I nuovi fatti ascritti risalgono, con precisione, allo scorso 27 luglio, allorquando, durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro, interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna. In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, hanno abbattuto e danneggiato una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando, persino, parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre. In tale contesto, Rossetto e Marzuoli incitavano e coordinavano, manifestamente, tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo, altresì, nella materiale esecuzione degli illeciti penali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.