È la “guerra” del futuro quella che si combatterà senza che alcun colpo venga esploso, senza che alcun soldato cada e senza che alcuna vita innocente venga sprecata. Una guerra combattuta da casa, con il pc e con un’arma potente, sebbene sottovalutata: internet. Ne sono un esempio la crociata intrapresa da Anonymous contro l’ISIS, il suo recente attacco informatico ad account Twitter e Facebook di presunti terroristi jihadisti e la chiusura di siti di propaganda dell’ISIS.
Anonymous è una squadra di hacker che, seppure guidata da una morale, compie azioni criminose e quindi illegali, utilizzando il web come strumento per organizzarsi. Non si può, pertanto, parlare di una legione «malvagia» (come si autodefinisce), poiché mossa da ideali più o meno condivisibili, ma nemmeno di una legione composta da paladini della giustizia, poiché dal 2003 a oggi ha a carico centinaia di attacchi informatici a social network, database di banche e siti governativi (Italia inclusa) e siti di Forze dell’Ordine di quasi ogni parte del mondo.
Insomma, si tratta di un vero e proprio gruppo internazionale al limite della legalità, che però da un anno a questa parte ha aumentato il numero di fan, a seguito della comparsa sul web dei video delle esecuzioni dei prigionieri tenuti in ostaggio dall’ISIS. Gli eventi di qualche giorno fa fanno parte dell’ennesima operazione anti-ISIS. La prima è stata chiamata opIceISIS ed è stata lanciata l’estate scorsa; la seconda, denominata opISIS, è statalanciata poco tempo prima della strage alla redazione del giornale parigino Charlie Hebdo. Un evento scioccate, quello avvenuto a Parigi, che ha portato Anonymous a far partire nei giorni seguenti la terza operazione, opCharlieHebdo, di cui fanno parte gli attacchi degli ultimi giorni.
Come le precedenti operazioni di Anonymous anche quest’ultima prevede un video, rilasciato il 6 febbraio in stile V per Vendetta. Molto apprezzato dai media e ampiamente condiviso, il clip inizia con una precisazione: gli attivisti impegnati nell’operazione sono «musulmani, cristiani, hacker, cybercriminali, agenti, spie, impiegati, studenti, ricchi, poveri». L’organizzazione avvisa l’ISIS con parole dirette e dure: «Vi daremo la caccia, manderemo offline i vostri siti, le email, esporremo i vostri dati. Voi sarete trattati come un virus e noi saremo la cura…perché Internet ci appartiene».
Ciro Pappalardo
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