Estate, mare, sole e FaceApp-mania. Ma quali sono i rischi che corriamo? Dai dispositivi infettati da virus a causa di una versione fake della applicazione alla mancata adozione delle recenti regole europee per la tutela della privacy.
In Cina, è stato ritrovato dopo 18 anni, un bambino rapito all’età di tre, Yu Weifeng, grazie a un sistema per l’invecchiamento come FaceApp, ma molto più sofisticato e potente. A confermare il buon esito delle indagini è stata la prova del Dna. La tecnologia all’avanguardia, è stata sviluppata dal colosso hi-tech cinese Tencent.
Non si può avere la sfera di cristallo per prevedere il futuro, ma c’è FaceApp per mostrarci che sembianze avremo da anziani. Essendo indubbiamente l’applicazione più in voga del momento, l’influenza dei vip che hanno deciso di utilizzarla è stata determinante a tal proposito. O forse no. Visto che basta un filtro che invecchia o ringiovanisce i volti per strappare un sorriso (e probabilmente più di uno) durante le nostre ferie. Tuttavia, non si considera che per produrre il risultato “vecchietto”, un computer remoto ha elaborato dei dati: i nostri. Dunque, diverse sono le motivazioni per cui la sicurezza dell’app è oggi messa in discussione. Procediamo per gradi e vediamo perché.
L’applicazione è prodotta da una società russa con sede a San Pietroburgo, la Wireless Lab OOO, che ha raggiunto in breve tempo oltre 80 milioni di download. La curiosità di volersi vedere invecchiati ha preso il sopravvento e prodotto i suoi frutti. Ma cosa succede ai nostri dati? Funziona così: dal telefonino arrivano in Russia, alla Wireless Lab, fondata da Yaroslav Goncharov, già dirigente di Yandex, il principale motore di ricerca in Russia. I dubbi circa la fine che i nostri dati possano fare nasce nel momento in cui si scarica l’applicazione. Le regole che si accettano sul trattamento dei dati personali risalgono, infatti, al 2017: nessun cenno viene fatto al successivo Gdpr, (la nuova normativa sulla privacy approvata un anno fa), che obbliga lo sviluppatore ad informare gli utenti sull’utilizzo delle informazioni: comunicandogli per quanto tempo saranno conservate, se saranno trasferite fuori dall’Unione europea ecc…
Dal canto suo FaceApp fa sapere che entro 48 ore dall’uso, i dati dell’utente saranno cancellati dal suo cloud. Ed ha comunicato inoltre che <<Tutte le funzionalità di FaceApp sono disponibili senza effettuare il login. Di conseguenza, il 99% degli utenti, non effettua l’accesso, pertanto, non possiamo risalire a dati che potrebbero identificare una persona>>. FaceApp ha poi tranquillizzato il suo pubblico affermando che: <<i dati del “cliente” non vengono trasferiti in Russia – e, infine ha aggiunto – vorremmo commentare una delle preoccupazioni più comuni degli utenti: tutte le immagini della galleria vengono caricate sui nostri server soltanto dopo che, chi utilizza l’app, concede l’accesso alle foto. Carichiamo solo la foto selezionata per la modifica>>.
Mentre dalla Cina arriva la bella notizia del bambino rintracciato dopo quasi vent’anni, a preoccupare sono le truffe che si nascondono dietro l’angolo e che utilizzano la popolarità di FaceApp. Giovanni Ziccardi, esperto di privacy e docente di informatica giuridica presso l’Università di Milano, ammonisce: <<Non permettete all’app di ‘entrare’ nel telefono, ossia di avere accesso alla galleria fotografica, al microfono e alla geolocalizzazione>>.
Ma… non solo privacy, infatti alcuni ricercatori di Kaspersky, azienda specializzata nella sicurezza informatica, hanno individuato una versione fake di FaceApp che installa virus sui telefonini, infettando i dispositivi con tanta pubblicità.
Ciò che risulta più idoneo, dunque, sarà non effettuare il login, scegliere foto già presenti sul telefono e, qualora si scattassero attraverso l’app, eliminarle. Per farlo si deve ricorrere ad un metodo un po’ nascosto rispetto ai vari menu presenti nell’applicazione:
Si tratta di una vera e propria “Richiesta di cancellazione dei dati” andando ad aggiungere la parola “Privacy” all’oggetto della mail. FaceApp provvederà quindi, a contattarvi personalmente e a provvedere all’eliminazione dei dati (non solo di immagini, dunque).
Una modalità decisamente lunga e macchinosa da richiedere qualche giorno per la lavorazione e che sembra essere piuttosto improvvisata visto il grande il grande clamore degli ultimi tempi, ma ciò che conta è che, di fatto, permetterà di eliminare ogni tipo di immagine data in pasto a ad un leone affamato di nome FaceApp.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità