ENNA — La testa di Ade, preziosa scultura del IV secolo avanti Cristo, dopo quasi quarant’anni viene restituita alla Sicilia dal Paul Getty Museum di Malibù. Fu il collezionista di New York Maurice Tempelsman a esportare illecitamente e a vendere, nel 1985, al Getty Museum la Testa di Ade per la cifra di 500 mila dollari.
Un’opera rara nel suo genere, sia per il tipo di materiale utilizzato, sia per le consistenti tracce di policromia: rosso mattone nei capelli e blu nella barba, che valsero alla testa il soprannome di Barbablù . La testa è in terracotta policroma, di epoca ellenistica, raffigurante molto probabilmente il dio greco Ade. Si pensa che la collocazione originaria della Testa di Ade fosse il santuario di Demetra, sito all’interno del parco archeologico di Morgantina. Grazie al contributo di due studiose siciliane, Lucia Ferruzza e Serena Raffiotta, che lo hanno riconosciuto in un pezzo recuperato dai carabinieri nel sito dello scavo, il santuario di Demetra e Kore in contrada San Francesco Bisconti, a Morgantina.
Anche un archeologo americano ha trovato altri tre riccioli che, grazie a quello scoperto in precedenza, è stato possibile risalire con assoluta certezza la provenienza della scultura. Non appena è rientrata da Malibù, l’opera trafugata è stata sequestrata, e in seguito dissequestrata, dalla Procura di Enna. Una volta restituita alla Regione siciliana, l’assessore ai Beni culturali Carlo Vermiglio ha deciso con la direttrice del polo museale ennese, Giovanna Susan, l’esposizione permanente della scultura nel museo di Aidone.
Marcello Strano
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