A Mestre, un museo innovativo propone un ritratto del ‘900, che attraverso tecnologie all’avanguardia, ci fa rivivere nei panni di una persona qualunque vissuta nel secolo scorso.
Vi siete mai chiesti come sareste stati se foste nati 50 o 100 anni prima del giorno del vostro compleanno? Chi sarebbero stati i vostri genitori, i vostri amici o le scuole che avreste frequentato? La risposta a tutte queste domande che probabilmente tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti, si trova al museo M9 di Mestre.
Questa struttura permette di rivivere, in prima persona, eventi storici di cui si è sempre sentito parlare solo sui libri di storia: una multimedialità contagiosa che rende la classica visita al museo solo un lontano ricordo. Questo luogo è diventato, infatti, una sorta di macchina del tempo, di scatola magica, in cui i fatti del ’900 vengono narrati in tante sfaccettature diverse, persino attraverso filmati amatoriali girati in famiglia. Questi ultimi, anzi, risultano preziosi, mostrando come sia cambiata la vita quotidiana degli italiani nel corso di neanche un secolo. Si tratta di un vero e proprio salto nel passato a portata di click, insomma.
Si può esplorare, attraverso la realtà virtuale, una cucina degli anni ’30, o ’40. Oppure è possibile affacciarsi su una industria siderurgica degli anni ’50 mutata poi in una più informatizzata fabbrica degli anni ’80 in cui sarà possibile utilizzare anche un robot per la verniciatura di un’auto del tempo.
Impossibile non notare come anche la scuola sia cambiata, e con essa il modo di insegnare: da quando i maestri punivano i loro alunni facendoli mettere in ginocchio sui ceci, alle gite scolastiche di oggi. Si passa poi per la piazza, con le sue manifestazioni operaie, le contestazioni degli studenti e il femminismo. Sulle guerre mondiali si possono ascoltare storie dal fronte, o addirittura nascondersi in un rifugio antiaereo insieme ai soldati.
L’obiettivo del museo è sì di informare il visitatore sui fatti storici, ma di farlo offrendogli un punto di vista fino ad ora ignorato: quello della gente comune. E lo si fa raccontando lo sport, la musica, la moda, la televisione, il cinema; attraverso le scoperte scientifiche e le invenzioni: dalla plastica al computer, fino ai sacchetti biodegradabili.
Grandi guerre, progressi e avanzamenti straordinari in ogni campo. Un’epoca da far vivere, rivivere e raccontare anche ai figli del nuovo millennio. Un’impresa ardua, resa più semplice dal contatto diretto tra gli ospiti e la storia, mediante strumenti tecnologici capaci di incuriosire chiunque. Per rendere l’esperienza quanto più variegata possibile, ogni area tematica del museo (otto in tutto) ha anche una sezione dedicata ai giochi.
Toccare, leggere e giocare per avventurarsi, con una bussola di ultima generazione, in un passato apparentemente non così lontano, ma pieno zeppo di grandi cambiamenti da rivivere.
Maria Giulia Vancheri
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Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità