Negli USA è stato trovato in un essere umano un batterio resistente a tutti gli antibiotici ad oggi esistenti: giovedì 26 maggio, infatti, le autorità statunitensi hanno riscontrato la sua presenza sul suolo americano. Nell’urina di una donna di 49 anni, in Pennsylvania, è stato rinvenuto – e isolato – un ceppo di Escherichia Coli resistente persino alla Colistina (la sostanza impiegata per eliminare i batteri più resistenti in natura). Essa è la chiave di volta nel trattamento dei c.d. nightmare bacteria (alias batteri incubo), il cui nome scientifico è CRE vale a dire batteri immuni ai carbapenemi. Questi ultimi si trasmettono negli ospedali e hanno una media di letalità del 50%, ogni due contagiati, uno muore.
La reale preoccupazione dei microbiologi e di tutti gli scienziati è che il gene mcr-1, cioè l’elemento fondamentale della resistenza del suddetto batterio alla Colistina, possa trasmettersi a batteri terzi, già di per sé immuni ad altri antibiotici. Non appare per nulla marginale il fatto che la donna non usciva dal suolo degli Stati Uniti da almeno da più di 100 giorni (5 mesi). Il primo precedente conosciuto si può riscontrare, comunque, in Cina: sia nella carne di cruda di maiale che in alcune persone è stato trovato il batterio anti Colistina. Non mancano casi marginali nemmeno in Europa, Africa, Asia e Sud America; adesso rimane “non infetta” solo l’Australia. «La fine della strada degli antibiotici non è molto lontana», queste le parole di Tom Frieden, direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani, riportate da Focus.
Francesco Raguni
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Francesco Raguni, a 20 anni, è iscritto al Dipartimento di Giurisprudenza di Catania: tra un esame oggi e un altro domani, trova sempre il tempo di scrivere. Detto “Ciccio” dagli amici, ha come miti Francesco Guccini, Ernest Hemingway, Roberto Saviano e Nelson Mandela. È un grande sostenitore del progetto Anything To Say e collabora felicemente anche con SoccerWeb24. Il suo motto? «La maniera di andare a caccia è quella di cacciare per tutta la vita […] e quella di scrivere, di scrivere finché riesci a vivere». La sua malattia? Il Milan.