NAPOLI – Anche dopo la trasformazione in legge del decreto Terra dei Fuochi, la situazione campana presenta una delle più grandi emergenze ambientali del nostro Paese. I programmi per ripristinare la condizione disagiata ci sono, ma non sono ancora stati completamente attuati e, sopratutto, i dati epidemiologici rilevati continuano ad essere abbastanza preoccupanti
Nel dossier pubblicato da Legambiente, Terra dei Fuochi, a che punto siamo, emerge chiaramente che la situazione napoletana e casertana resta di emergenza assoluta. Inoltre si evince che sono ancora 1335 i siti su 57 Comuni potenzialmente inquinati sui quali non sono state fatte analisi dirette. Ad esempio, all’interno dell’ex sito di interesse nazionale Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano e attorno ad esso, sono state fatte o sono in corso solo lo 0,2% delle bonifiche necessarie; le analisi sono state condotte solo per il 21,5% nella zona di interesse; e il 74% della rimanenza del sito non è stata né analizzata né tantomeno bonificata.
I dati che riguardano la salute dei cittadini è davvero preoccupante. Ce lo spiega l’Istituto Superiore di Sanità il quale, all’interno del dossier, afferma che: «Ci sarebbe un picco di mortalità e di ospedalizzazione nella popolazione residente in 55 comuni della Terra dei Fuochi per diverse patologie tumorali. Troppi bambini sono stati ricoverati nel primo anno di vita per tumori e troppi tumori al sistema nervoso centrale nella fascia di età 0-14 anni». Le attività illecite all’interno delle aree della Terra dei Fuochi continuano imperterrite. Solo nel 2014, secondo il monitoraggio degli incendi curato dai Vigili del Fuoco della zona, sono stati censiti oltre 2000 roghi di rifiuti tra Napoli e Caserta contenenti materiali plastici, scarti di lavorazione del pellame e di stracci; e lo smaltimento dei rifiuti in maniera abusiva è all’ordine del giorno.
«Nell’ultimo anno sulla Terra dei Fuochi abbiamo assistito ad una strisciante operazione di sottovalutazione del problema e di ingiustificata rassicurazione. Un silenzio che ha rallentato tutto il processo di risanamento», dice Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente. Fa sentire la voce anche Michele Buonomo, presidente di Legambiente per la Campania, il quale afferma che: «Serve un’azione rivoluzionaria che restituisca chiarezza e trasparenza sullo stato di contaminazione di questo territorio, dei suoli e delle falde, che predisponga le adeguate misure di bonifica e di contrasto alle illegalità e che dia tutte le informazioni necessarie ai cittadini». Punto fermo dell’associazione sarà anche la valorizzazione del territorio. L’obiettivo è la messa a punto di «un modello agricolo virtuoso come stiamo facendo con l’iniziativa Campania Terra dei Cuochi, che sta girando per l’Italia e l’Europa proprio per far conoscere i tanti prodotti di eccellenza della nostra terra».
Tante sono le proposte che arrivano da Legambiente e Libera – coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole e realtà di base, impegnate nella lotta alle mafie e nella promozione della legalità e della giustizia – per migliorare la disastrosa condizione della Terra dei Fuochi. Per velocizzare l’approvazione del DDL sugli eco-reati è stato promosso l’appello In nome del popolo inquinato: subito i delitti ambientali nel codice penale sottoscrivibile sul loro sito web e le firme attualmente raggiunte sono più di 65 mila.
Valentina Friscia
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