Una ricerca effettuata da quattro università ha confermato che il denaro rende felici solamente se compra tempo libero e ci libera dagli incarichi quotidiani.
«I soldi non fanno la felicità», recita così un antico e noto proverbio eppure tale affermazione sembra essere stata in parte smentita da un recente studio effettuato dalle Università di Harvard, British Columbia, Maastricht ed Amsterdam. Infatti, secondo quanto è emerso da tale ricerca condotta su seimila persone, pubblicata da PNAS (Proceedings of National Accademy of Sciences) spendere soldi per servizi che permettono di procurarci tempo libero, rende più soddisfatti, cosa che non accade se si utilizza il denaro per beni materiali. Inoltre, lo studio ha rivelato ad escludere dal reddito, dal numero delle ore di lavoro e di componenti della famiglia, colui che si dedica ad altri impegni come le faccende di casa, fare commissioni o pagare per accelerare i tempi di spostamento, è in media più felice della propria vita.
Secondo i ricercatori, i paesi che possiedono maggior tenore di vita e reddito come Germania, Stati Uniti e Corea del Sud sono legati alla scarsità di tempo libero a disposizione. Il senso della carenza di tempo è a sua volta collegato a poco benessere, compreso una limitata felicità e più elevato livelli di ansia ed insonnia. Per confermare tale ipotesi, gli studiosi hanno chiesto ad un gruppo di persone provenienti dal Canada di spendere quaranta dollari in un fine settimana per acquistare qualcosa e poi in quello successivo per pagare un servizio che offrisse loro maggior tempo libero: le persone hanno affermato di essere più contenti nel secondo caso. Tale risultato è stato rilevato mettendo insieme il campione, il denaro speso per svincolarsi dagli impegni quotidiani e il benessere generale: «Tutte e sette le ricerche che abbiamo eseguito su seimila persone dimostrano che è presente un nesso tra felicità per la propria vita e i soldi spesi per guadagnare tempo» hanno riepilogato i ricercatori.
Domenico De Masi, docente di sociologia all’Università La Sapienza di Roma, è rimasto piuttosto sorpreso dall’esito ottenuto dallo studio. «Ha a che vedere con l’immagine del lusso, che consiste nel possesso e nell’ostentazione di cose rare» ha dichiarato De Masi. Una volta, come ha spiegato il sociologo Hans Magnus Enzensberger, era raro e scarso il benessere materiale come oggi lo è avere tempo disponibile, spazio, silenzio, sicurezza ed indipendenza. «Io direi anche bellezza e convivialità – ha aggiunto De Masi –Tante di queste cose non si riscuotono nei luoghi lavorativi, ma durante il tempo libero. Quindi, sicuramente il tempo è considerato un lusso». Inoltre, De Masi ha sostenuto che nonostante viviamo più a lungo dei nostri antenati, siamo provveduti di macchine che ci permettono di risparmiare tempo o di arricchirlo soffriamo per la percezione di possederne sempre in minor quantità.
Anche Valeria Egidi Morpurgo, analista e psicoterapeuta della Società psicoterapeuta Italiana, ha detto la sua riguardo la tesi tempo libero e felicità, sostenendo che il problema di oggi è sentirsi in sottopressione per qualsiasi cosa, anche per attività che dovrebbero essere gradevoli. «La tecnologia dovrebbe svincolarci dagli impegni, ma appena arrivano nuove opportunità ci indaffariamo di altre cose da fare – ha affermato la dott.ssa Morpurgo – Il benessere per il tempo recuperato di cui si tratta nello studio è quindi spesso un conforto: libertà dalla fatica, dallo stress, ma soprattutto dall’occasione di avere momenti per se. La cosa che manca oggi è un tempo da riempire: per stare un po’ con se stessi, perdere tempo e vagare con la fantasia». Gli autori della ricerca pubblicata su PNAS, hanno spiegato che molti soggetti con potenziali guadagni, non spendono denaro per ottenere tempo libero nonostante se lo possano permettere.
Katia Di Luna
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