L’Italia è sempre stato un paese che si è distinto per eccellenze letterarie e scientifiche. E se la maggior parte dei nomi che si ricordano appartengono a degli uomini, ci sono molte donne che sono riuscite a distinguersi nei loro settori professionali. Laura Margheri è una di queste. A 37 anni è stata riconosciuta come una delle 25 donne più influenti al mondo nel settore della robotica da RoboHub, la più grande comunità scientifica del settore esistente al mondo. Dopo una laurea in Ingegneria con indirizzo biomedico e un dottorato, Margheri lavora oggi al centro Micro-BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera.
In questo centro, diretto da Barbara Mazzolai, si progettano e realizzano robot prendendo come modello piante e animali. Ed è stato proprio durante una lezione universitaria della Mazzolai che Margheri ha deciso che avrebbe intrapreso il ramo della robotica. Rimase molto colpita, infatti, dal fatto che Mazzolai spiegasse il funzionamento della Robotica Bioispirata partendo da un polpo. Per Margheri, da sempre appassionata di animali, trovare un campo di studi in cui avrebbe potuto coniugare la sua passione per l’ingegneria e per gli animali fu come vincere alla lotteria.
È proprio nella Robotica Bioispirata che Margheri ha trovato la sua strada. Si tratta di una disciplina in grado di progettare strumenti tecnologici partendo dallo studio di piante animali. Osservare e comprendere come questi organismi viventi riescono a sopravvivere e ad adattarsi all’ambiente, anche nelle situazioni più critiche, è d’ispirazione per la progettazione di robot destinati a muoversi e lavorare in ambienti precari dopo un disastro naturale. In questo modo, si può facilmente aiutare l’essere umano.
“La tecnologia deve anche essere buona e aiutare l’uomo. È quello che mi propongo di fare ogni giorno nel mio lavoro: contribuire alla realizzazione di robot che possano rendere migliore la nostra vita e che non siano in competizione con l’uomo” dice l’ingegnera sostenendo anche che i robot non devono necessariamente essere più intelligenti delle persone, a patto che siano utili agli stessi.
Laura Margheri può essere un modello e un esempio per tanti giovani studenti che vogliono unire la loro passione per il mondo ambientale con l’Ingegneria, a oggi una delle facoltà che favorisce l’inserimento nel mondo lavorativo. Ci sono diversi indirizzi che si potrebbero scegliere. Per intraprendere lo stesso percorso di Margheri serve la laurea in Ingegneria Biomedica. Per chi ha bisogno di mantenersi gli studi lavorando, è possibile iscriversi a un’università telematica come la UniCusano.
Trattandosi di un settore particolare, è normale che occorrano diversi tipi di specializzazione che vanno oltre la laurea. Nel curriculum di Margheri, infatti, troviamo anche un’esperienza di due anni a Londra presso l’Imperial College, dove la studiosa ha avuto modo di approfondire non solo il ramo da lei scelto, ma anche il suo carattere multidisciplinare. La robotica è, infatti, una scienza complessa nella quale convergono diversi tipi di discipline: le diverse specializzazioni di Ingegneria, Informatica, Biologia, Neuroscienze e Medicina.
Un campo tutto da scoprire e in continua evoluzione che può davvero rendere felice chi ne è appassionato. Di sicuro, l’ha fatto per Laura Margheri.
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