Coronavirus: un po’ ovunque, in qualsiasi testata giornalistica e/o articolo di qualsivoglia genere, una delle nozioni che troviamo in mezzo si riferisce proprio al cruccio che, da mesi, tormenta il mondo intero. E difatti, per debellarlo e cancellarlo definitivamente dal nostro vocabolario, virologi e dottori sono al lavoro 24 ore su 24 nella speranza di trovare, al più presto, il vaccino che ci introdurrà nella fatidica Fase 3. In tal proposito, quindi, come riportato da Libero Quotidiano, un gruppo di medici e astrofisici dell’Università degli Studi di Milano – ovvero, del dipartimento Luigi Sacco –, hanno scoperto che, ancor prima del vaccino, sarebbe possibile distruggere il Covid-19 servendosi dei raggi ultravioletti, gli stessi solitamente debellati dall’atmosfera.
Nello specifico, Mario Clerici, coordinatore dello studio, ha dichiarato che sono state utilizzate delle lampade a raggi UV di tipo C, coloro i quali, sulla terra, non riescono ad arrivare per intermediazione dell’atmosfera (giacché pericolosi e particolarmente nocivi per l’essere umano). Sotto alle lampade sono state poste alcune goccioline di liquido di diverse dimensioni contenenti il virus, e di solito emesse da chi parla o starnutisce. Differenziate unicamente per la quantità di battere in esse inserita, e parte di soggetti con forme normali, gravi o eccessive (quest’ultima, di fondo impossibile da diagnosticare all’interno di un essere umano). Il risultato? Con due soli millijoule di raggi ultravioletti, per centimetro quadrato, in tutti e tre i casi il virus è stato sconfitto e debellato al 99%.
Di conseguenza, il luminare in questione ha precisato che, in posti come la spiaggia si può star tranquilli, poiché il virus, risiedente in quelle famose goccioline effuse, volontariamente o involontariamente, da una persona, una volta entrato in contatto con i raggi solari viene annientato. E secondo ulteriori indagini, quest’esperimento potrebbe valere anche per molte altre tipologie di superfici in cui il Covid-19, attaccandovisi, contagerebbe i malcapitati di turno. Dato questo, quindi, con siffatta scoperta possiamo definirci al capolinea?
Anastasia Gambera
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Anastasia è una studentessa in Scienze e Lingue per la Comunicazione, ama la musica degli anni 70’, 80’ e 90’; possiede, infatti, un repertorio mentale senza eguali. Innamorata pazzamente del suo ragazzo, sassofonista e con la passione per la scrittura, vorrebbe diventare una giornalista, una calciatrice e, forse, anche una mamma spericolata.