Nella gestione di una città il problema delle aree verdi divide spesso la critica e genera polemiche di non poco conto in termini di senso civico e non solo. Negli ultimi anni si sta sentendo sempre più parlare della loro quantità, che spesso può andare a diminuire a causa del sopravanzare del cemento o dell’asfalto.
Il proliferare di costruzioni, che possono essere di diversi tipi, fa discutere specialmente quando si parla di speculazione o abusivismo per mettere su edifici in larga parte destinati alle residenze. La quantità di verde in una città, però, spesso si riferisce alle aree pubbliche che sono in gestione ai comuni, come parchi o ville. Non si tiene, invece, conto di quegli spazi che di verde hanno solo il colore, ma si trovano in uno stato di totale abbandono.
Casi del genere ce ne sono tanti e ci si pone quindi il problema del loro recupero per renderle fruibili, anche in un’ottica di uniformità urbanistica. Le opzioni che si valutano sono la costruzione di un edificio, la posa dell’asfalto per farvi una strada o l’apertura di una zona verde curata e custodita. Quest’ultima è la destinazione che viene ritenuta più logica nei tempi attuali.
Secondo i dati stilati per il 2019 la città con più green d’Italia è Trento, che conta in tutto 401,5 metri quadri di verde per ogni abitante. A ciò hanno contribuito la realizzazione di due parchi e la riqualificazione del giardino di una scuola. In questa classifica però il meridione ha ottenuto un risultato che potrebbe generare i migliori auspici per il futuro, perché nel secondo e nel terzo gradino del podio ci stanno rispettivamente i due capoluoghi di provincia della Basilicata, Matera e Potenza.
Giuliano Spina
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