CATANIA – L’Etna sta “scivolando” verso le acque del mar Ionio. Il motore che sta spingendo il vulcano attivo più alto d’Europa, non è legato alle eruzioni e alla sua camera magmatica sottostante, bensì al mare. Secondo quanto pubblicato sulla rivista scientifica Science Advences e riportato su ANSA, è come se l’Etna non avesse i “piedi” e stesse collassando sotto il suo stesso peso verso il largo.
Lo studio, coordinato dal Centro Tedesco Helmholtz per la ricerca oceanografica Geomar di Kiel e dai ricercatori italiani dell’INGV di Catania Alessandro Bonforte, Francesco Guglielmino e Giuseppe Puglisi, mostra come questo fenomeno potrebbe influenzare gravemente la vita non solo degli abitanti della Sicilia, ma anche delle regioni meridionali d’Italia. Lo scivolamento dell’Etna è stato studiato per anni e i vulcanologi hanno monitorato i movimenti del fianco Sud-Est del vulcano, ma finora solo sulla superficie. «È la prima volta che misuriamo deformazioni sottomarine dell’Etna», ha spiegato all’ANSA Alessandro Bonforte. «Questi nuovi dati spostano adesso la causa del movimento in mare, dove si trova la scarpata ibleo-maltese. È come se il vulcano lì non avesse i piedi».
Lo scivolamento dell’Etna, secondo quanto affermato dagli studiosi, potrebbe provocare tsunami. «Non possiamo prevedere se e quando l’Etna provocherà uno tsunami, sprofondando in mare», ha spiegato Francesco Guglielmino. Cosa fare per contrastare lo scivolamento? «È necessario progettare una nuova rete di sensori acustici e trasponder per monitorare in dettaglio le deformazioni dell’Etna, non solo sui fianchi ma soprattutto sott’acqua».
Valentina Friscia
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