Negli ultimi anni, si parla tantissimo di CBD e di cannabis. Per amor di precisione, si discute soprattutto della cannabis depotenziata, ossia quella caratterizzata da un contenuto di THC così basso da non provocare effetti psicoattivi (parliamo di una percentuale compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%, soglia di tolleranza quest’ultima introdotta dal legislatore con lo scopo di facilitare il lavoro dei coltivatori).
Le cose in Italia sono cambiate nel gennaio 2017 con l’entrata in vigore della Legge 242/2016, testo normativo elaborato e redatto con lo scopo di valorizzare il carattere sostenibile della pianta. Da allora, sono nate attività protagoniste di un giro d’affari di diverse decine di milioni di euro. Dagli e-commerce come Cbweed.com fino ai negozi fisici, queste realtà imprenditoriali sono davvero numerose.
Il loro prosperare ha portato al centro dell’attenzione tutto quello che riguarda i benefici del CBD o cannabidiolo. Fitocannabinoide isolato per la prima volta nel 1940 da R. Adams e dalla sua equipe, ha visto praticamente subito, ossia nel 1942, la sua fama oscurata dall’isolamento dei più celebre THC.
Privo di effetti psicoattivi, con la diffusione della cannabis depotenziata è, come si suol dire, tornato alla ribalta. Non è un caso che, ogni giorno, tantissime persone si chiedano come approcciarsi al suo consumo. Ecco qualche consiglio in merito.
Quando si parla di consumo del CBD, l’olio che lo vede protagonista è uno dei prodotti più gettonati. I motivi del suo successo commerciale – letteralmente esploso in Italia con l’inizio delle restrizioni per l’emergenza sanitaria – sono diversi e vedono in primo piano la semplicità di assunzione.
Nel momento in cui lo si assume per la prima volta, è bene ricordare che il cannabidiolo non è puro. Nulla di sorprendente dato che, in tal caso, non sarebbe assimilabile dall’organismo. Lo troviamo infatti diluito nel cosiddetto olio vettore. Quest’ultimo può essere, giusto per citare alcune alternative, olio d’oliva, olio di avocado, olio di canapa od olio di cumino.
Se si è alle primissime armi con il consumo di CBD, un consiglio molto importante prevede il fatto di evitare, se possibile, i cristalli. Forma pura del cannabidiolo, possono essere vaporizzati, ma anche sciolti sotto la lingua. In virtù della poco fa ricordata purezza, possono restituire una sensazione eccessivamente intensa a chi non è abituato ad assumere CBD.
Chi non ha dimestichezza con il CBD e con prodotti come l’olio, è convinto, alla luce della sopra citata assenza di effetti psicoattivi, di poter assumere il cannabidiolo senza problemi prima di mettersi alla guida.
Bene: è meglio evitare! Come mai? Il motivo è legato al fatto che, nei prodotti a base di cannabis depotenziata, il THC, seppur in quantità estremamente ridotte, è comunque presente. Presente e rilevabile da parte degli strumenti in dotazione alle Forze dell’Ordine per individuare gli automobilisti che hanno assunto sostanze stupefacenti.
Le conseguenze di un’eventuale verbale per assunzione di sostanze stupefacenti alla guida le conosciamo tutti e, parliamoci chiaro, sono da evitare.
Il CBD, in virtù della sua capacità di interagire con i recettori della serotonina, è un valido rimedio naturale contro l’ansia. Privo di effetti collaterali, non ha efficacia medica. In caso di sintomi depressivi, come per esempio la visione negativa del futuro, della propria persona, del mondo che si ha intorno, è il caso di rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Grazie alla sua efficacia antiossidante e antinfiammatoria, il CBD è protagonista di diversi integratori finalizzati a migliorare il benessere dei nostri amati cani e gatti. I prodotti a loro destinati non sono compatibili con l’uso umano e variano nella composizione soprattutto sulla base del peso.
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