Se da una parte il controllo eccessivo dei social network di polizia ed esperti potrebbe essere interpretato come una violazione di privacy, dall’altra invece, con questi continui ispezionamenti, si potrebbe riuscire ad individuare quelle persone potenzialmente suicide e prevenire il loro definitivo gesto. Infatti, tramite un’app recentemente realizzata dal Centro Ricerche di Liverpool, Merseycare, e dalla Stanford University, riusciremo a prevenire i suicidi.
Come funzionerà questa nuova app? «Se un potenziale suicida si trova in un luogo dove molti si tolgono la vita, o salta un appuntamento con il medico o scrive o dice a un amico di avere pensieri suicidi, l’app ci allerta per fare in modo che la persona venga contattata per il supporto più adeguato. Noi pensiamo di poter predire le persone che con molta probabilità stanno per farsi del male, con una maggiore accuratezza di quanto facciamo oggi, e quindi di poter fare qualcosa per salvare le loro vite», ha affermato David Fearnley, direttore del Merseycare.
Non è la prima volta che si parla di prevenzione dei suicidi con l’aiuto dello smartphone e dei social. Esiste, ad esempio, un algoritmo sviluppato dall’Università Darthmout, chiamato appunto Algoritmo Durkheim, che ha identificato le parole e le frasi più comuni utilizzate nei social network dalle persone che stanno pensando di togliersi la vita. Un’app differente, invece, quella creata dalla fondazione inglese Samaritans, che ha appunto creato la Samaritans Radar. Questa funziona, però, come un “radar” che individua su Twitter tutti quei messaggi di amici che contengono parole che manifestano depressione o la voglia di suicidarsi. Trovate le parole, poi, Samaritans Radar invia una mail con il link del tweet all’amico potenzialmente suicida con scritto «buon samaritano», solo per ricordargli che la sua vita è troppo preziosa per essere buttata via.
Valentina Friscia
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