Mentre il Buran, il temuto vento gelido proveniente dalla Siberia, si appresta in queste e nelle prossime ore a colpire la penisola italiana a suon di correnti fredde e perturbazioni nevose, un altro fenomeno (questa volta non atmosferico ma sulle due ruote) continua a imperversare in cima agli ordini d’arrivo e alle classifiche dei plurivittoriosi di stagione.
Stiamo parlando di Elia Viviani la cui ondata vincente non sembra proprio conoscere tregua. Partita da lontano, proprio come la temuta corrente russa, la marcia dell’olimpionico nell’omnium di Rio 2016 ha preso il via nell’assolata Australia, al Tour Down Under (una vittoria), per proseguire poi imperturbabile in Medio Oriente, dove il veneto ha lasciato l’impronta forte della propria ruota negli Emirati Arabi in occasione sia del Dubai Tour (due tappe e la classifica finale) che dell’Abu Dhabi Tour.
Elia Viviani vainqueur de la troisième étape du Tour Down Under devant Caleb Ewan !#TDU2018 #Cycling #PPic pic.twitter.com/3sa9APTFAr
— Procycling News (@ProcyclingPic) January 18, 2018
In quest’ultimo, conclusosi domenica con la conquista di tappa e maglia da parte dell’Embatido Alejandro Valverde, Viviani ha portato a casa una tappa e la maglia verde della classifica a punti, certificando in questo modo ancor di più quello che a tutti gli effetti è il suo miglior avvio di stagione di sempre da quando il 29enne veronese è sbarcato tra i professionisti nel 2010.
Sono infatti sette i successi conquistati in questi primi due mesi di corsa da Elia, periodo che solo in un’altra circostanza si era rivelato così redditizio per lui: nel 2012, grazie a una frazione al Tour de San Luis, alla vittoria nel Gran Premio degli Etruschi e a due trionfi parziali più il primo posto nella generale dell’ormai scomparso Giro della Provincia di Reggio Calabria, Viviani toccò quota cinque successi tra gennaio e febbraio.
Quest’anno il nativo di Isola della Scala è partito con le marce ancora più alte e dopo aver messo il proprio sigillo in Oceania e Asia ora punta con decisione, come meta finale della propria campagna vincente, il vecchio continente e in particolare l’Italia con in testa una località e un traguardo solo, quello di via Roma a Sanremo.
Italian sprinter Elia Viviani wins Stage 2 of Abu Dhabi Tour. That makes wins at Tour Down Under, Dubai, and now Abu Dhabi for the Italian thus far in 2018. His major early season target? Milan-San Remo, of course. Ovviamente! pic.twitter.com/zJiBhtMjPQ
— Neal Rogers (@nealrogers) February 22, 2018
Quello della Classicissima di primavera è infatti l’obiettivo neanche tanto velato che sta spingendo Elia in questo primo scorcio di stagione agonistica a dare il cento per cento per farsi trovare pronto e al massimo della forma il prossimo 17 marzo, quando, in caso di successo, andrebbe a toccare vette mai raggiunte nell’olimpo della velocità su strada e a imporsi come uno degli sprinter più temuti e affidabili dell’intero panorama ciclistico da oriente a occidente, lungo tre continenti diversi.
Un percorso e una direttrice, quella est-ovest, molto d’attualità in questi giorni perché è appunto quella, come abbiamo già detto, lungo la quale il freddo e minaccioso vento siberiano si è mosso per arrivare nel nostro Paese, ripercorrendo in un certo modo il tragitto fatto in epoca pre-medioevale dagli Unni capitanati da Attila, nome, guarda a caso, proprio del cane di Elia Viviani, uno dei principali capisaldi della serenità del veronese nei momenti liberi lontano dalle corse.
A dargli serenità in gara invece da quest’anno ci hanno pensato subito i nuovi compagni della Quick-Step Floors e, nello specifico, i componenti del suo nuovo treno fra cui il suo ex compagno alla Liquigas Fabio Sabatini, apripista l’anno scorso di Marcel Kittel, emigrato alla Katusha e sostituito in casa belga propria da Viviani.
Un cambio che sta andando ben oltre le più rosee aspettative e si sta rivelando decisamente proficuo per entrambi le parti in causa, Viviani e Patrick Lefevere, manager della Quick Step: il primo, lasciando la Sky per lo squadrone belga, ha trovato chiaramente nuovi stimoli e un ambiente in grado di sostenerne le ambizioni ed esaltarne le qualità; il secondo ha dimostrato di vederci lungo ancora una volta, trovando un velocista magari meno di facciata ma sicuramente competitivo come il tedesco, capace di adattarsi immediatamente al nuovo contesto e di non far rimpiangere assolutamente chi è andato a sostituire (Kittel non ha ancora alzato le braccia in questa stagione e in più di un’occasione ha mostrato di dover ancora trovare i gisti automatismi coi suoi nuovi compagni).
A recap of @eliaviviani's super impressive results in this year's sprints so far:
4-6-1-5-3-1-6-6-1-4-1-4#WayToRide pic.twitter.com/wc65OgdQOr— Quick-Step Cycling (@quickstepteam) February 23, 2018
Il risultato è che ora Elia viaggia spedito e più convinto che mai verso il grande sogno chiamato Milano-Sanremo, una corsa che in un modo o nell’altro lo ha sempre respinto (miglior risultato è il nono posto dello scorso anno) ma in cui finalmente, grazie alla fiducia guadagnata vittoria dopo vittoria, arriverà con un appoggio importante da parte del suo team.
Non avrà tuttavia i gradi di capitano unico: da top team per le classiche qual è, la Quick-Step si presenterà con il roster migliore possibile per strappare il successo nel mondiale di Primavera, motivo per cui al via dal capoluogo lombardo ci saranno quasi tutti i leader della formazione bianco-blu, da Gilbert ad Alaphilippe fino a Fernando Gaviria, l’altro (veloce) gallo nell’affollato pollaio belga.
Fernando Gaviria arrancó su camino en las clásicas europeas: https://t.co/wjnNPnKWfa pic.twitter.com/fuKQpA2sP0
— El Espectador (@elespectador) February 24, 2018
Sicuramente sarà interessante vedere come i due, che potrebbero prediligere lo stesso andamento di corsa per provare a giocarsi le proprie carte nel finale, riusciranno a coesistere e ad esser chiari l’uno con l’altro, non ostacolandosi ma sfruttando in maniera concreta e intelligente la pericolosità e il timore di cui gode la squadra per raggiungere la vittoria.
In tale ottica queste ultime settimane antecedenti al primo monumento della stagione verranno sfruttate sia dal colombiano che dal portacolori italiano per affinare o mantenere (questo è il caso di Viviani) la condizione in vista del grande appuntamento di metà marzo, cercando con ulteriori vittorie di ribadire il proprio ruolo e affermare con ancora più forza la candidatura di leader e uomini squadra.
Per Elia dunque la speranza è che, oltre a piantare la propria bandiera nel terzo continente diverso in questi primi tre mesi del 2018, la condizione effettivamente rimanga quella attuale e non scenda (mancano ancora 19 giorni alla Sanremo e l’italiano sta cavalcando un periodo di buona forma che perdura da gennaio quindi un arco temporale non breve) cosicché sul traguardo della città dei fiori, oggi lambita dalla neve, il 17 marzo a scuotere l’aria di via Roma non sia un gelida ventata ma la scia potente e azzurra di un uomo alla ricerca della propria consacrazione tra gli sprinter su strada.
Federico Guido
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