Dopo le tre partite giocate nella notte, con la tredicesima vittoria consecutiva dei Boston Celtics (109-102 in casa dei Brooklyn Nets), la seconda vittoria consecutiva dei San Antonio Spurs (97-91 in quel di Dallas con i Mavericks) e il ko degli Houston Rockets dopo sei successi di fila (129-113 a Toronto con i Raptors), la settimana targata NBA non ha ancora finito di stupire. Ci sono, infatti, ancora tante altre sfide interessanti in programma, di cui vi proponiamo cinque match assolutamente imperdibili.
TIMBERWOLVES-SPURS – Si parte nella notte tra oggi e domani, con i San Antonio Spurs ospiti dei Minnesota Timberwolves al Target Center alle 2. Gli speroni, pur privi della loro stella Kawhi Leonard e dell’esperto playmaker Tony Parker, continuano a rappresentare una vera e propria garanzia nella lega e, dopo un periodo tutt’altro che positivo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre (quattro sconfitte in altrettante gare), gli uomini di Gregg Popovich hanno rialzato la cresta, ottenendo cinque successi nelle ultime sei partite disputate, di cui due consecutivi. Dopo i Chicago Bulls, crollati per 133-94 all’AT&T Center domenica scorsa, infatti, a cadere sotto i colpi degli Spurs sono stati i Dallas Mavericks (97-91). Nonostante le assenze di Leonard e Parker, Popovich può fare affidamento su un LaMarcus Aldridge che non smette di stupire e offrire importanti garanzie all’esperto coach (500 vittorie in carriera per lui): l’ex Portland Trail Blazers, per il quale Pop rinunciò al suo fioretto di non puntare su free agent, trascina San Antonio con 32 punti, 5 rimbalzi e 4 assist e sta viaggiando a una media di 22,5 punti a partita. Lodevoli anche i soliti Pau Gasol e Patty Mills (19 punti in 30′), oltre al giovane Dejounte Murray e al sempiterno Manu Ginobili, autori rispettivamente di 10 e 13 punti e 7 e un rimbalzo dalla panchina.
Gli Spurs, inoltre, hanno già affrontato e sconfitto Minnesota nella prima gara della regular season, imponendosi per 107-99 all’AT&T Center lo scorso 19 ottobre. I Timberwolves quest’anno punteranno sicuramente a un piazzamento più ambizioso rispetto al tredicesimo posto dello scorso anno: un ritorno ai playoff, che mancano addirittura dal 2003-2004 (quando c’era Kevin Garnett), sarebbe un traguardo più che dignitoso per una squadra ben strutturata e che la scorsa estate si è rinforzata tantissimo. Dopo aver ottenuto cinque vittorie di fila tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, i ragazzi di coach Thibodeau si sono un po’ eclissati, arrendendosi dapprima al cospetto dei Golden State Warriors campioni in carica (125-101), poi in casa dei Phoenix Suns (118-110). Il ritrovato successo con gli Utah Jazz (109-98) rappresenta l’ideale per intraprendere la strada della continuità. Oltre al notevole contributo offerto dai soliti Jimmy Butler (doppia doppia da 21 punti e 10 assist) e Karl-Anthony Towns (doppia doppia da 24 punti e 13 rimbalzi), contro i Jazz si segnalano anche le buone prove di Taj Gibson (doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi) e, soprattutto, Jeff Teague, rialzatosi dopo un momento tutt’altro che positivo: per lui 22 punti in 38′ giocati.
BUCKS-PISTONS – Allo stesso orario scenderanno in campo Milwaukee Bucks e Detroit Pistons all’Harris Bradley Center. Gli ospiti rientrano pienamente tra le rivelazioni della lega per quanto messo in mostra fin qui: secondi in classifica ad Est con 10 vittorie e 3 sconfitte (soltanto gli inarrestabili Boston Celtics sono riusciti a fare di meglio), i Pistons sono reduci da cinque vittorie consecutive e sono riusciti nell’impresa di sconfiggere i Golden State Warriors detentori dell’anello alla Oracle Arena (115-107), risultando l’unica squadra insieme agli Houston Rockets ad aver compiuto questo traguardo in trasferta finora. Le due squadre si sono già affrontate lo scorso 4 novembre, con Detroit capace di imporsi per 105-96 nella sua nuova casa, la Little Caesars Arena, e di ottenere l’ennesimo risultato prestigioso in una stagione fin qui decisamente positiva. La squadra di Stan van Gundy può contare su un roster ben assortito, rinforzato in estate dall’arrivo della guardia tiratrice Avery Bradley nell’ambito della trade che ha portato Marcus Morris a compiere il percorso inverso. Reduci da un bel successo casalingo per 112-103 contro i Miami Heat, gara in cui Andre Drummond ha raggiunto per la sesta volta in stagione la cifra di 17 rimbalzi, i Pistons sono un cliente molto scomodo da affrontare e se dovessero proseguire così potrebbero dire tranquillamente la loro in ottica playoff, ai quali negli ultimi nove anni hanno preso parte soltanto in due occasioni, nel 2009 e nel 2016, perdendo in entrambi i casi per 4-0 al primo turno contro i Cleveland Cavaliers.
La sfida con i Bucks sarà sicuramente molto spettacolare, in quanto entrambe le squadre hanno intenzione di portare a casa la vittoria e scalare sempre più posizioni in classifica. Dopo le quattro sconfitte consecutive nelle sfide contro Oklahoma City Thunder (110-91), Charlotte Hornets (126-121), Detroit Pistons (105-96) e Cleveland Cavaliers (124-119), Milwaukee si è rimessa in carreggiata con tre successi di fila contro San Antonio Spurs (94-87), Los Angeles Lakers (98-90) e Memphis Grizzlies (110-103). In quest’ultima partita, disputata davanti al pubblico dell’Harris Bradley Center, il solito Giannis Antetokounmpo è risultato il trascinatore dei suoi, mettendo a referto ben 27 punti, 9 rimbalzi e 7 assist, seguito dai 34 punti in due di Henson e Middleton (17 a testa), dai 15 punti, 7 rimbalzi e 4 assist del neoacquisto Bledsoe e dai 10 punti di Brogdon dalla panchina. I cervi promettono grandi cose ed hanno le qualità per ottenere un piazzamento ai playoff già in questa stagione. Al contempo, però, hanno un roster molto giovane (età media 25,7 anni) e necessitano dunque di tempo prima di imporsi definitivamente tra le più forti e continue della lega. L’esponenziale crescita di The Greek Freak, ancora in testa alla classifica dei marcatori con 31,7 punti a partita, rappresenta un’arma indispensabile a disposizione dei ragazzi di coach Jason Kidd.
CELTICS-WARRIORS – Match di cartello al TD Garden di Boston, dove nella notte tra giovedì e venerdì i padroni di casa dei Celtics ospitano i campioni in carica dei Golden State Warriors. Le due squadre sono quelle attualmente più in forma rispettivamente nella Eastern e nella Western Conference (di cui sono attualmente in vetta alla classifica), con i primi che hanno infilato un’incredibile striscia positiva di vittorie (ben tredici) e i secondi che, dal canto loro, sono reduci da sette successi consecutivi. Boston aveva iniziato la regular season nel peggiore dei modi, con lo sfortunato quanto gravissimo infortunio occorso a Gordon Hayward e due sconfitte nelle prime due giornate, rispettivamente contro Cleveland Cavaliers (102-99) e Milwaukee Bucks (108-100), ma hanno avuto la forza di rialzarsi e lo hanno fatto come meglio non avrebbero potuto, ossia non soltanto tornando a vincere, ma addirittura dimenticandosi cosa sia una sconfitta. Nelle successive tredici partite, infatti, gli uomini di Brad Stevens hanno sempre portato a casa l’intera posta in palio e nell’ultimo turno hanno sconfitto i Brooklyn Nets al Barclays Center di New York per 109-102. Sugli scudi Kyrie Irving, tornato a calcare il parquet con una maschera protettiva ed autore di 25 punti. Bene anche Marcus Morris (doppia doppia da 21 punti e 10 rimbalzi), Al Horford (doppia doppia da 17 punti e 11 rimbalzi) e il rookie Jayson Tatum (19 punti).
Anche i Golden State Warriors stanno attraversando un ottimo momento di forma. Lo testimonia il bel successo ottenuto alla Oracle Arena contro una delle rivelazioni di quest’avvio di stagione, gli Orlando Magic, sconfitti per 110-100. I campioni in carica non deludono le aspettative e superano un altro ostacolo. Non c’è Steph Curry, out per una contusione alla gamba, ma non cambia la sostanza: ci pensano gli altri componenti del Big Four, Klay Thompson (15 punti), Draymond Green (20 punti) e Kevin Durant (21 punti, 7 rimbalzi e 8 assist), ad assicurare la vittoria alla franchigia californiana, confezionando la bellezza di 56 punti sui 110 totali (poco più della metà). I ragazzi di Steve Kerr restano la favorita per il primato nella Western Conference e per il raggiungimento delle Finals e, nonostante quest’anno la concorrenza sembra essere più folta rispetto alla scorsa stagione in ottica titolo, Golden State appare la squadra meglio attrezzata, quella che anche se in difficoltà sa centrare il proprio obiettivo con astuzia, talento e intraprendenza.
CAVALIERS-CLIPPERS – Il quadro si chiude nella notte tra venerdì e sabato, con due sfide degne di nota. La prima è quella tra Cleveland Cavaliers e Los Angeles Clippers, in programma alla Quicken Loans Arena. Per i padroni di casa si tratta di un esame a dir poco fondamentale, in quanto sembrano essersi messi definitivamente alle spalle il loro inizio tutt’altro che positivo con quattro vittorie nelle ultime cinque partite disputate, di cui due consecutive, che cancellano le quattro sconfitte di fila raccolte tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Nell’ultimo turno, i Cavs hanno sconfitto i New York Knicks per 104-101, espugnando il Madison Square Garden grazie ad una sontuosa prestazione collettiva. A spiccare per il contributo offerto è inevitabilmente LeBron James, che dispensa spettacolo e sfiora la tripla doppia (23 punti, 9 rimbalzi e 12 assist). Più che positivo anche il contributo offerto da Kyle Korver e Dwayne Wade, che dalla panchina contribuiscono al successo dei Cavaliers con 36 punti e 13 rimbalzi in due (21 punti e 5 rimbalzi il primo, 15 punti e 8 rimbalzi il secondo), mentre Kevin Love mette a referto soltanto 6 punti, 6 rimbalzi e 2 assist.
Gli uomini di coach Tyronn Lue, dunque, sembrano pronti a tornare nelle zone alte della Eastern Conference, ma per farlo devono macinare vittorie su vittorie. In questo senso, la sfida con i Los Angeles Clippers rappresenta un’occasione a dir poco fondamentale. Reduci da ben sei sconfitte consecutive, che hanno macchiato un ottimo avvio stagionale (quattro vittorie nelle prime quattro partite), gli uomini di Doc Rivers hanno estremo bisogno di interrompere la serie negativa al più presto. L’addio di Chris Paul è stato difficile da accettare, ma i losangelini hanno messo in piedi un roster più che equilibrato e competitivo, con gli innesti del grintoso mastino Patrick Beverley e dell’ottimo tiratore Lou Williams dagli Houston Rockets e del “nostro” Danilo Gallinari dai Denver Nuggets, oltre alle permanenze di Blake Griffin e di DeAndre Jordan e all’arrivo del playmaker serbo Milos Teodosic dal CSKA Mosca. Nella beffarda sconfitta casalinga per 109-105 con i Philadelphia 76ers, in casa Clippers non ha funzionato quasi nulla e non sono bastati i 29 punti di Griffin e i 31 di Lou Williams (dalla panchina) per invertire la tendenza ed evitare il ko.
SPURS-THUNDER – Alle 2:00 italiane, mezz’ora dopo l’inizio di Cleveland Cavaliers-Los Angeles Clippers, tocca alla sfida tra San Antonio Spurs e Oklahoma City Thunder, altro duello che promette spettacolo. La solidità degli speroni rappresenta un ostacolo molto pericoloso per l’altalenante OKC, che sta viaggiando a corrente alternata e soltanto nelle ultime partite sta trovando la forza di ovviare a un inizio piuttosto incerto. Affrontare gli Spurs non è facile per nessuno, essendo una squadra in grado di sorprendere i propri avversari anche quando le cose non vanno al meglio. Farlo all’AT&T Center, risulta praticamente un’impresa, in quanto Gregg Popovich ha sempre il controllo della situazione e riesce a trovare l’assetto giusto anche quando deve fare i conti con assenze di rilievo (vedi Kawhi Leonard e Tony Parker).
Ritenuti dai più la franchigia ideale per tenere testa al dominio dei Golden State Warriors ad Ovest, gli Oklahoma City Thunder non sono riusciti a rispettare appieno le aspettative, incontrando inevitabili difficoltà nell’intricato percorso di una regular season in cui anche le sfide apparentemente abbordabili risultano più ostiche e complicate del dovuto. Russell Westbrook è stato raggiunto da Carmelo Anthony e Paul George, formando un Big Three dal valore notevole. La voglia di raggiungere grandi traguardi di questi ultimi due, che con i New York Knicks e gli Indiana Pacers non sono mai riusciti a puntare al titolo, unita all’insaziabile fame di vittoria dell’MVP sembravano gli ingredienti ideali per portare OKC sempre più in alto. Non che il piano dei Thunder sia fallito, semplicemente ci vorrà del tempo. Westbrook si sta mettendo a disposizione della squadra, sacrificando sé stesso e le sue impressionanti statistiche in favore dei risultati dei suoi, mentre George e Anthony non esitano a dare il loro contributo. Toccherà a coach Billy Donovan trovare il giusto equilibrio e proseguire sull’onda dell’entusiasmo iniziale e della continuità. Dopo aver collezionato quattro sconfitte nelle prime quattro sfide disputate a novembre, OKC si è rialzata vincendo le ultime due con i Los Angeles Clippers (120-111) e i Dallas Mavericks (112-99). Privi di Melo, in quest’ultima occasione sono risultati decisivi Paul George (37 punti, 8 rimbalzi e 5 assist) e Russell Westbrook (27 punti, 6 rimbalzi e 5 assist).
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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