Un’altra grande settimana targata NBA attende gli appassionati della lega cestistica made in USA. Tanti gli appuntamenti degni di nota, come sempre del resto quando si parla di basket a stelle e strisce. Si comincia con le dieci gare in programma stanotte, fino ad arrivare alle otto sfide che si disputeranno nella notte tra venerdì e sabato. Di mezzo dieci partite tra mercoledì e venerdì. Tra Western ed Eastern Conference, i trenta team del torneo più famoso e importante al mondo per ciò che concerne il basket sono pronti a darsi battaglia: diamo un’occhiata nel dettaglio alle cinque gare della settimana di NBA che non potete assolutamente perdervi.
CAVALIERS-BUCKS – Palla a due nella notte italiana alla Quicken Loans Arena tra i Cleveland Cavaliers e i Milwaukee Bucks, due delle squadre finite maggiormente sotto i riflettori in quest’avvio di regular season, ad Est e non solo. I padroni di casa non stanno affatto convincendo e il loro inizio, più che altalenante, è stato a dir poco negativo: nelle ultime sette partite, infatti, i Cavs hanno raccolto la miseria di due vittorie (119-112 in casa con i Chicago Bulls e 130-122 in quel di Washington con i Wizards, grazie a un LeBron James stratosferico autore di 57 punti, 11 rimbalzi e 7 assist) e racimolato ben cinque sconfitte, tutte con almeno 112 punti incassati. Ciò mette in evidenza che lo stato delle cose per la franchigia dell’Ohio è tutt’altro che rassicurante e, se il solito LeBron James basta soltanto a tratti per tenere in piedi la baracca, a preoccupare è un reparto difensivo che definire scricchiolante sarebbe riduttivo. A far sorridere coach Tyronn Lue sono davvero poche, pochissime cose, tra cui, oltre al rendimento costante e sempre sopra la media di LeBron James, si segnala un Dwyane Wade che dalla panchina sta facendo vedere ciò di cosa è capace. Chissà se il tecnico valuterà la possibilità di inserire nuovamente in quintetto Flash in luogo di un JR Smith piuttosto altalenante fin qui.
Stati d’animo non del tutto opposti in casa Milwaukee, con i Bucks che – se è vero che non partono certo con i favori del pronostico ad Est – hanno un po’ deluso le aspettative, iniziando alla grande la propria stagione con un Giannis Antetokounmpo in grande spolvero, per poi raccogliere quattro sconfitte nelle ultime cinque gare disputate. The Greek Freak sta vivendo il periodo migliore della sua carriera e, dopo aver conquistato il prestigioso riconoscimento di Most Improved Player agli NBA Awards dello scorso 26 giugno, sta percorrendo la strada giusta per compiere il definitivo salto di qualità ed imporsi una volte per tutte tra i migliori della lega. Non sarà semplice, ma il greco di origini nigeriane sta dimostrando tutto il suo valore, anche e soprattutto per ciò che concerne l’aspetto mentale: non si preoccupa soltanto di sé stesso, non pensa ai record e alle copertine, ma si sacrifica dall’inizio alla fine e gioca sempre nell’interesse dei compagni. Con il suo leader che attraversa un periodo di forma del genere, è facile ipotizzare che i Bucks riusciranno presto ad intraprendere nuovamente un percorso incoraggiante. Il dubbio che sorge spontaneo è se i ragazzi di Jason Kidd riusciranno ad invertire la tendenza nell’ostico impegno in quel di Cleveland, contro dei Cavaliers ancor più arrabbiati per i troppi risultati deludenti ottenuti fino a questo momento.
CELTICS-LAKERS – Nella notte tra mercoledì e giovedì, invece, tocca alla sfida tra le due squadre più vincenti della storia della NBA, che vivono una forte rivalità proprio per le loro numerose vittorie: si tratta del confronto tra i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers, che si affronteranno al TD Garden di Boston. I padroni di casa hanno vinto 17 titoli – di cui otto consecutivi tra il 1958-1959 e il 1965-1966 grazie soprattutto al fuoriclasse Hall of Famer Bill Russell – nel corso della loro storia e risultano pertanto la squadra con più successi di sempre, con un anello in più rispetto agli ospiti. Entrambe, però, negli ultimi anni hanno vissuto periodi a dir poco complicati: i Celtics nelle ultime cinque stagioni sono stati eliminati ben tre volte (di cui due consecutive) al primo turno dei playoff e in un’altra occasione non si sono nemmeno qualificati, mentre lo scorso anno sono riusciti ad arrivare fino alle finali di Conference e l’estate scorsa si sono aggiudicati Kyrie Irving (35 punti nella recente vittoria per 110-107 in casa degli Atlanta Hawks), scegliendo il promettente Jayson Tatum (14,3 punti e 6,5 rimbalzi di media a partita) con la terza scelta assoluta al Draft dello scorso 23 giugno. Perso Gordon Hayward per infortunio, i Leprechauns di Brad Stevens sono stati bravissimi a non disunirsi e a restare lucidi, cancellando le due sconfitte nelle prime due partite con ben otto vittorie consecutive, che consentono a Boston di tenersi saldo il primato in classifica ad Est.
I Lakers, dal canto loro, mancano ai playoff addirittura dalla stagione 2012-2013 e stanno gradualmente ripartendo dopo il ritiro di Kobe Bryant (avvenuto al termine della regular season 2015-2016), puntando su giovani talenti promettenti ma ancora incostanti, tra cui in particolar modo la seconda scelta dello scorso Draft Lonzo Ball (8,8 punti, 6,4 rimbalzi e 6,9 assist a partita), protagonista di un rendimento piuttosto altalenante fin qui, con prove incolori e deludenti alternate a prestazioni molto positive e incoraggianti. Anche Julius Randle sta alternando buone prove ad altre meno convincenti e in questo momento la sua collocazione tattica è uno dei dilemmi principali di coach Luke Walton, così come allo stesso modo si sta mettendo in mostra Kyle Kuzma (15,4 punti e 6,3 rimbalzi di media a partita), ventisettesima scelta al primo turno dello scorso Draft. Trovare i giusti equilibri non sarà semplice e richiederà un bel po’ di tempo: a testimoniarlo è il record fatto registrare dai losangelini fin qui (5-5), che mette chiaramente in evidenza il fatto che i Lakers non abbiano ancora intrapreso la strada della continuità. Chissà che il successo ottenuto contro i sorprendenti Memphis Grizzlies (107-102 allo Staples Center) non possa rappresentare l’inizio di una significativa svolta.
WARRIORS-TIMBERWOLVES – Se ad Est in vetta alla classifica ci sono i Boston Celtics, ad ovest la lotta per il primato è tra Golden State Warriors e Houston Rockets, con i primi che avevano debuttato perdendo di misura proprio contro questi ultimi. Dopo aver ottenuto sette vittorie nelle ultime otto partite disputate, di cui quattro successi consecutivi, i campioni in carica si apprestano ad ospitare alla Oracle Arena i Minnesota Timberwolves nella notte tra mercoledì e giovedì. La franchigia californiana nel recente turno ha inflitto un pesante +17 ai Miami Heat tra le mura amiche (97-80), tenendo sotto controllo la situazione grazie ai soliti Stephen Curry, Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green. Ed è proprio dai suoi Big Four che Steve Kerr si aspetta risposte convincenti anche nelle prossime uscite, a partire da quella con gli uomini di coach Tom Thibodeau, non certo semplici da affrontare, soprattutto alla luce del loro stato di forma. In casa Warriors, inoltre, ci si aspetta qualcosa in più dalla panchina, con la second unit che contro Miami ha deluso parecchio (McGee, Iguodala, Livingston, Bell, Looney, McCaw, Young e Casspi, infatti, hanno messo a referto, insieme, soltanto 25 punti, 20 rimbalzi e 6 assist).
I Timberwolves, dal canto loro, non sono da meno, essendo reduci da ben cinque successi consecutivi. Nella scorsa partita, la franchigia di Minneapolis ha sconfitto per 112-94 gli Charlotte Hornets davanti al proprio pubblico, con i soliti Andrew Wiggins (20 punti), Karl-Anthony Towns (16 punti e 9 rimbalzi) e Jimmy Butler (13 punti e 6 rimbalzi) e un Jeff Teague in grande spolvero (doppia doppia da 18 punti e 12 assist per lui), che risultano tra i principali protagonisti della netta vittoria. Oltre a loro, però, spicca l’enorme contributo offerto da Jamal Crawford e Gorgui Dieng che mettono a referto 30 punti in due in uscita dalla panchina (15 a testa, con tanto di 11 rimbalzi per il secondo). In quel di Minneapolis, dunque, l’atmosfera non potrebbe essere migliore, con la squadra che dopo un avvio stentato è riuscita a rimettersi in carreggiata e ora viaggia spedita verso il raggiungimento proprio obiettivo: la attendono tanti ostacoli, ma con l’entusiasmo dei giovani talenti e il cinismo dei più esperti, i Timberwolves hanno tutte le carte in regola per continuare su questa strada e fare addirittura di meglio. La sfida in casa dei Golden State Warriors, in questo senso, è un banco di prova fondamentale per capire quali potranno essere le reali ambizioni dei ragazzi di Thibodeau.
ROCKETS-CAVALIERS – Nella notte tra giovedì e venerdì, tornano in campo i Cleveland Cavaliers, impegnati sul parquet degli Houston Rockets. Non conoscendo ancora il risultato della sfida tra Cavs e Milwaukee Bucks, che si giocherà stanotte e di cui abbiamo precedentemente trattato, non sappiamo quale sarà lo stato d’animo della squadra di coach Lue in vista della sfida del Toyota Center. Quel che è certo è che, dopo aver lasciato dietro di sé già tanti obiettivi non superati, Cleveland non ha alcuna intenzione di lasciare più nulla al caso e tenterà di dare filo da torcere ai primi in classifica ad Ovest. LeBron James e compagni hanno intenzione di invertire la loro tendenza negativa sin da subito, a partire dall’impegno di stanotte con i Milwaukee Bucks: a prescindere da come andrà alla Quicken Loans Arena contro la squadra guidata di Jason Kidd, i Cavaliers scenderanno in campo sicuramente col coltello tra i denti in quel di Houston, anche perché partite del genere esaltano lo spirito di competitività e la voglia di vincere dei tanti campioni che possono vantare le due squadre.
I Rockets, invece, stanno viaggiando sulle ali dell’entusiasmo, trascinati da un James Harden a dir poco sensazionale. Il Barba in versione no limits ha asfaltato quasi da solo gli Utah Jazz (137-110 al Toyota Center) nel recente turno, strapazzando una delle migliori difese della lega a suon di punti e assist. A fine gara, il suo tabellino recita 56 punti (nuovo high career dopo i 53 punti siglati al Madison Square Garden contro i New York Knicks) e 13 assist. The Beard, richiamato in panchina da Mike D’Antoni a 7’32” dal termine del quarto quarto – standing ovation meritatissima per lui – e rimasto in campo complessivamente per 35′, ha segnato almeno 50 punti per la sesta volta nelle ultime quattro stagioni, mentre per la terza volta è riuscito ad abbinare ai 50 o più punti anche 10 o più assist. Record su record riscritti per lui, unico insieme a Russell Westbrook ad essere riuscito in un’impresa del genere negli ultimi trent’anni: il primato di franchigia, però, resta ancora proprietà esclusiva di Calvin Murphy, che mise a referto 57 punti (soltanto uno in più rispetto ad Harden) nel 1978 contro i New Jersey Nets. Oltre ad Harden, D’Antoni può contare sui soliti noti Capela, Gordon, Anderson e Ariza e sulle riserve Mbah a Moute, PJ Tucker e Nenê: l’obiettivo è quello di centrare le quattro vittorie consecutive davanti al proprio pubblico contro Cleveland e lanciare un messaggio importante alle altre contender, Cavs compresi.
THUNDER-CLIPPERS – A chiudere il cerchio è il duello tra Oklahoma City Thunder e Los Angeles Clippers, con le due squadre che si affronteranno alla Chesapeake Energy Arena. Prima, però, OKC sarà di scena al Golden 1 Center di Sacramento con i Kings stanotte, quindi al Pepsi Center di Denver con i Nuggets nella notte tra giovedì e venerdì, mentre i losangelini se la vedranno con i San Antonio Spurs di Gregg Popovich all’AT&T Center questa notte. Non è un periodo facile per la squadra di Billy Donovan, che nelle ultime due sfide ha perso tra le mura amiche contro i Boston Celtics (101-94) e al Moda Center contro i Portland Trail Blazers (103-99, con tanto di espulsione a Carmelo Anthony che ha fatto discutere e non poco). I Thunder sono chiamati a riscattarsi nelle prossime sfide, con i Big Three Russell Westbrook, Paul George e Carmelo Anthony chiamati a prendere in mano le redini della squadra e a riportarla nelle zone che le competono. Oklahoma, infatti, a causa di un avvio di stagione piuttosto altalenante, occupa attualmente il dodicesimo posto con un record di 4-5.
Non che in casa Clippers le cose girino meglio. La franchigia californiana guidata da Doc Rivers, infatti, dopo un inizio di regular season più che convincente, non è riuscita a proseguire la propria corsa sui binari della continuità, lasciando per strada le proprie convinzioni. Alle quattro vittorie nelle prime quattro gare, infatti, hanno fatto seguito quattro sconfitte nelle successive cinque, che hanno fatto sprofondare i Clippers al settimo posto della Western Conference. Nulla è perduto e la stagione è appena iniziata, inoltre la squadra losangelina può contare su un buon numero di talenti, su cui spicca certamente il mastodontico Blake Griffin, che alla sua ottava stagione in quel di Los Angeles è ormai divenuto il leader a tutti gli effetti della squadra dopo la partenza di Chris Paul (destinazione Houston Rockets) e sta viaggiando a medie di 23,7 punti, 8,4 rimbalzi e 4,3 assist a partita. Insieme a lui, i nuovi innesti proprio dai Rockets, principalmente Patrick Beverley e Lou Williams, e il “nostro” Danilo Gallinari, rappresentano sicuramente nomi importanti attraverso i quali proseguire con fiducia nell’intricato percorso della regular season.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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