Negli ultimi anni la Roma ha spesso avuto difficoltà a trovare un portiere in grado di assicurare importanti garanzie e di guadagnarsi il posto da titolare fisso. Dalla prima era di Luciano Spalletti sulla panchina giallorossa, datata 2005, ad oggi, la formazione capitolina ha avuto innumerevoli portieri, a differenza delle altre big italiane che hanno avuto maggiore stabilità. Mentre le milanesi si sono affidate agli italiani Toldo e Abbiati e ai brasiliani Júlio César e Dida e la Juventus ha sempre avuto Buffon, la Roma ha dapprima puntato sugli italiani Pelizzoli e Curci, per poi scegliere la linea sudamericana, con il brasiliano Doni promosso titolare proprio da Spalletti.
Tra prestazioni positive ed altre sottotono, il classe ’79 ha vissuto più di un lustro nella Capitale, scendendo in campo in innumerevoli occasioni ma non riuscendo mai a convincere del tutto. Discorso simile per il suo successore, il connazionale Júlio Sérgio, che sotto la guida di Claudio Ranieri visse un’annata molto buona, per poi
perdersi al secondo anno trascorso alla corte del tecnico testaccino. Non andò meglio con Zeman, che ebbe a sua disposizione l’esperto olandese Marteen Stekelenburg, con un passato da titolare in Nazionale olandese e attualmente in forza all’Everton, e l’uruguaiano pasticcione Goicoechea, che si fece ricordare per i suoi errori tragicomici, ma nemmeno De Sanctis, con Rudi Garcia in panchina, riuscì a dare sicurezza in pianta stabile.
Probabilmente il miglior portiere che la Roma abbia avuto nell’ultimo decennio è Wojciech Szczesny, arrivato dall’Arsenal nel 2015 e adattatosi alla grande dopo un inizio un po’ altalenante. Il polacco, però, ha lasciato i giallorossi la scorsa estate per approdare alla Juventus e ricoprire il ruolo di vice di Gigi Buffon, con la società
capitolina che ha deciso di non acquistare un nuovo portiere (ne erano stati accostati tanti alla squadra di Spalletti) e di puntare tutto su Alisson, che già l’anno scorso aveva fatto vedere buone cose quando era stato chiamato in causa. Classe 1992, il brasiliano si è fatto apprezzare con la maglia dell’Internacional, guadagnandosi
l’attenzione e la stima di numerosi club europei.
La Roma è riuscita ad avere la meglio sulla concorrenza, assicurandosi un vice Szczesny di qualità e rinforzando quindi notevolmente la propria porta. La situazione relativa al polacco, del resto, era tutt’altro che definita, in quanto il giocatore durante la sua permanenza nella Capitale era di
proprietà dell’Arsenal e il suo futuro era piuttosto incerto. Correre ai ripari era dunque inevitabile e la Roma lo ha fatto alla grande, evitando di dover cercare frettolosamente un estremo difensore in una sessione di mercato in cui sono girate cifre folli per numerosi giocatori, anche difensori e portieri. Assicurarsi un numero uno, inoltre, è spesso molto più difficile di trovare un buon attaccante o un centrocampista affidabile, in quanto di portieri cedibili in giro ce ne sono davvero pochi.
Alisson ha avuto modo di mettere in mostra le sue potenzialità in Europa League, trascinando la Roma a suon di parate fino agli ottavi di finale della competizione, persi contro il Lione, e totalizzando 15 presenze al termine della sua prima annata in Italia. Da quest’anno è lui il titolarissimo della squadra giallorossa, nel frattempo passata
sotto la guida tecnica di Eusebio Di Francesco: il passaggio di Szczesny alla Juventus ha consegnato al brasiliano le chiavi della porta e il quasi 25enne di Novo Hamburgo ha impiegato davvero poco a dimostrare di essere adatto a ricoprire tale incarico. Le buone prestazioni offerte lo scorso anno in Europa League non erano bastate a tranquillizzare i tifosi della Roma, curiosi di vedere all’opera il loro nuovo numero uno anche in campionato e in Champions League: risultato determinante ai fini della vittoria nella prima giornata per 1-0 in casa dell’Atalanta, è stato uno dei migliori anche nel ko casalingo per 3-1 contro l’Inter, incolpevole in occasione delle tre reti nerazzurre, ma è nella Coppa dalle grandi orecchie che l’apporto del guardiano della porta giallorossa ha influito particolarmente.
Tornata dopo un anno di assenza alla fase a gironi della Champions League, la Roma era attesa dalla difficile sfida contro l’Atlético Madrid, in programma all’Olimpico. I favori del pronostico erano in gran parte per i colchoneros, ritenuti i favoriti per il passaggio agli ottavi insieme all’altra big del raggruppamento, il Chelsea di Antonio Conte, ma alla fine i madrileni non sono riusciti
a fare bottino pieno, venendo fermati sullo 0-0 da una Roma a due facce, determinata ma incapace di fare la differenza negli ultimi sedici metri e di risultare incisiva e cinica in fase offensiva. A tutto ciò va aggiunta qualche leziosità di troppo in difesa, con l’Atlético che ha sfiorato più volte il gol e avrebbe potuto tranquillamente segnare uno o più gol per le tante occasioni avute a disposizione. Ed è qui che entra in gioco Alisson, che para l’impossibile e si oppone a tutte le sortite offensive degli avversari.
Gli ospiti ci provano in tutti i modi possibili, ma non c’è nulla da fare per i ragazzi di Simeone: la porta è stregata, il brasiliano è assoluto protagonista della serata e mette in evidenza il meglio del suo repertorio, compiendo almeno tre interventi decisivi e tante altre spettacolari quanto complicate parate che evitano la sconfitta alla sua Roma e impediscono all’Atlético di andare a segno. Una prova da ricordare per Alisson Ramsés Becker, che si guadagna più che meritatamente la palma di migliore in campo e strappa applausi a destra e a manca. Anche se la stagione è appena cominciata e per valutare complessivamente l’operato del portiere brasiliano bisognerà attendere per forza di cose la fine dell’annata, o quantomeno la metà, sulla sponda giallorossa del Tevere possono sorridere, perché finalmente hanno trovato un numero uno giovane ed affidabile, pronto a blindare la porta della Roma ancora a lungo.
Dennis Izzo
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