Alla fine di questa gara a Singapore trionfa Hamilton, che spiega, qualora ce ne fosse bisogno, come mai tra gli addetti ai lavori è riconosciuto come “the hammer”. Perché, sì, il pilota della Mercedes è un autentico martello. Siglato l’ennesimo week-end perfetto e allungato a +40 il distacco dal rivale Sebastian Vettel, l’inglese splende come non mai nel buio del circuito asiatico. Nel buio, invece, la Ferrari sta sprofondando lentamente gran premio dopo gran premio. Vettel conclude terzo, Raikkonen addirittura quinto, complice anche una strategia dal muretto che non ha funzionato.
Con il giro magico di ieri l’attuale campione del mondo ha conquistato più della metà del successo trovato oggi. Ma Vettel e la Ferrari insegnano che non basta solo questo a Singapore. Ed è la gestione, infatti, a fare la differenza tra una gara difficile e una passeggiata: tra volante e muretto la stella a tre punte è stata semplicemente perfetta. Adesso i GP rimanenti sono solo 6 e la Ferrari sembra assente e ferita. Come per Monza da qui passa una grossa fetta del mondiale: proprio le rosse dovevano essere le grandi favorite per provare a riavvicinarsi alla vetta. È la Mercedes, invece, a primeggiare, con tanti saluti al buon Max Verstappen sul secondo gradino del podio e ai tanti detrattori di inizio anno.
A fare la differenza, ancora una volta, è la testa. Vettel sembra aver subito il colpo della pole non conquistata ieri. Ma ancora di più sembra non essersi rialzato ancora da quella maledetta domenica ad Hockenheim, SPA a parte. Prima dell’inizio del GP tedesco Vettel aveva conquistato 4 GP e un complessivo di 6 podi, forte anche del +8 in classifica sul rivale. Hamilton, invece, con lo stesso numero di podi ma una vittoria in meno, si apprestava a vivere un sabato da incubo con le previsioni della domenica non certo più rosee. Poi quell’errore in curva 8 in Germania a fare da spartiacque al mondiale: da lì Hamilton ha conquistato 4 vittorie e un secondo posto, mentre il tedesco una serie di risultati altalenanti (secondo in Ungheria, quarto in Italia e terzo, oggi, a Singapore) spezzati da quella singolare vittoria a SPA e il ritiro in casa.
E se si vuole tracciare un’ulteriore differenza tra i due, basta guardare proprio i ritiri. Hamilton ha fatto segnare 0 punti in una sola occasione – GP d’Austria – a causa di un guasto meccanico. Vettel, invece, quella domenica stava letteralmente volando grazie a una Ferrari perfetta, rovinando il week-end con un errore tanto banale quanto decisivo.
E il confronto non può che continuare proprio sul piano degli errori. Hamilton ha sfruttato sempre le occasioni in cui la Mercedes gli ha dato una macchina forte e competitiva, senza commettere errori tecnici nelle gare fin qui disputate. Vettel, invece, ha collezionato una serie di sbagli imperdonabili. Prima Baku (gara in cui stava dominando senza problemi) e Le Castellet, poi la già citata Hockenheim e la recentissima Monza in curva 4. In queste occasioni ha collezionato due quarti posti, un quinto posto e un ritiro. Hamilton, nelle stesse gare, ha sempre vinto.
Per finire la carrellata di statistiche basta contare le gare in cui Hamilton è arrivato sotto il podio: solo 3 (ritiro in Austria compreso). Vettel, invece, il doppio. Insomma se l’inglese e la Mercedes ancora una volta si trovano avanti, non è per qualche congiunzione astrale. La stagione 2018, nonostante una macchina a tratti anche inferiore, è stata gestita in maniera perfetta: sangue freddo e un margine di errori che rasenta lo 0. Adesso le gare rimanenti sono 6 e i punti disponibili sempre meno. La Ferrari non è ancora condannata e ha l’obbligo di crederci. Ma con un Hamilton così diventa davvero difficile immaginare a un epilogo diverso da quello degli ultimi anni. Mondiale costruttori compreso.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»