All’autodromo di Città del Messico il pilota Mercedes centra il primo dei tre match point disponibili, non senza qualche difficoltà. Il contatto iniziale con Vettel lo costringe ad una gara non proprio emozionante, ma calcolata, mentre il tedesco, ancora una volta, dimostra che avrebbe potuto portare a casa anche il bottino pieno. Ma tant’è, con i se e con i ma non si fa la storia e i vincitori – Verstappen per il singolo GP e Hamilton per l’intera stagione – hanno sempre ragione.
Ormai il binomio Vettel–Verstappen in partenza assicura fuoco e fiamme. Al pronti via, di fatti, il ferrarista non riesce a confermare la pole del sabato e si fa infilare dal danese in chicane, per poi toccare prima la ruota posteriore dello stesso Verstappen e infine, quella del rivale Hamilton, che a differenza del primo fora. Uno con la gomma bucata, l’altro con l’ala rotta, ma stavolta il presentimento che vi sia stato qualcosa di intenzionale non passa nemmeno per la testa degli appassionati.
I due protagonisti assoluti del mondiale ripartono dal fondo con la soft e cercano di animare un GP che davanti risulta (quasi del tutto) scontato. Verstappen prende il largo su Bottas, dietro Perez rende omaggio ad un passionale pubblico sugli spalti. Raikkonen, invece, è praticamente impalpabile. A sorpresa è la Red Bull di Ricciardo a sancire il primo ritiro del GP messicano: problemi al turbo. Più indietro, invece, i primi due in classifica partono con una rimonta non proprio esaltante nelle prime battute.
Dopo qualche giro il GP comincia ad infiammarsi e non solo per Vettel che riesce ad arrivare a zona punti. Il motore di Hartley esplode e la Virtual Safety Car porta tutti ai box. Kimi riesce a risalire la china e prendersi il podio ai danni di Ocon, mentre Bottas non riesce a passare Verstappen. Si fa più dura per Hamilton, che fatica dietro vetture di caratura minore. A quasi metà gara la Ferrari numero 5 è all’ottavo posto, mentre la freccia d’argento del vice-campione del mondo è più indietro di ben otto posizioni: gli umori si distendono e per Vettel si materializza l’ennesima rimonta da ricordare.
Sorpasso dopo sorpasso viene agguantata la quarta posizione, ma qualche vettura più indietro Hamilton conduce una gara intelligente per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Arrivato in zona punti negli ultimi giri, il pilota Mercedes si rende protagonista di un bel duello con Alonso, poi vinto per l’eccessiva differenza tra la tedesca e la scuderia di Woking. Alla bandiera a scacchi rimane tutto invariato: Verstappen alza il pugno per la seconda vittoria stagionale, Hamilton è campione del mondo.
+56 punti e conti definitivamente chiusi. La Mercedes si gode l’ennesimo trionfo, mentre Lewis è alla quarta corona iridata, raggiungendo nell’olimpo dei grandi Prost e proprio Vettel. Il tedesco fa i dovuti tributi al vincitore, consapevole comunque che poteva essere l’anno buono per riportare il titolo a Maranello. Le prossime due gare ci diranno poco e serviranno più per gli sponsor che per altro. Attenzione alla Red Bull: con un fenomeno come Verstappen (3 gare vinte a soli 20 anni), non sarà la Ferrari l’unica antagonista delle frecce d’argento la prossima stagione.
Francesco Mascali
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