Come auspicato due settimane fa, Juventus e Roma si qualificano, con due vittorie, agli ottavi di finale di Champions League. I bianconeri, tranquillizzati dalle notizie che arrivavano da Barcellona, hanno incontrato qualche difficoltà di troppo per risolvere la partita con l’Olympiacos, mentre la squadra della capitale, con le orecchie tese in direzione Londra, è riuscita a battere, seppure con il minimo scarto, il Qarabag.
Ad Atene, la gara per gli uomini di Allegri si mette subito in discesa, grazie al gol di Cuadrado al quarto d’ora, su assist di un ritrovato Alex Sandro, in un’azione fotocopia del derby di due anni fa, quello che diede il via alla cavalcata per il quinto scudetto. Lo stadio Karaiskakis, tutto esaurito per l’ultima partita europea stagionale dell’Olympiacos, dà la spinta ai padroni di casa che, aiutati da qualche disattenzione della retroguardia dei campioni d’Italia, vengono stoppati soltanto da Szczesny, sostituto dell’affaticato Buffon, nonché autore di un’ottima prova. Il culmine viene raggiunto negli ultimi minuti quando, dopo aver rischiato l’autogol con Rugani, la Juventus blinda il successo e la qualificazione con il subentrato Bernardeschi, alla prima realizzazione in Champions.
Probabilmente, le distrazioni juventine erano giustificate dal risultato del Camp Nou. Lo Sporting, obbligato a vincere in casa di un Barcellona già certo del primato in classifica, prova il tutto per tutto nel secondo tempo, ottenendo, però, lo svantaggio firmato Paco Alcacer. Un miracolo di Cillessen sul connazionale Dost spegne i sogni di gloria dei portoghesi, che nel finale crollano, subendo il raddoppio in virtù dell’autorete dell’ex Mathieu.
Missione compiuta anche per la Roma, che non solo centra il passaggio del turno grazie alla vittoria sul Qarabag, ma ottiene anche il primo posto nel girone. La squadra di Eusebio di Francesco, nonostante un approccio propositivo al match, per tutta la prima frazione non trova il varco giusto per scardinare la solida retroguardia azera. In avvio di ripresa, Perotti spinge di testa in rete una respinta del portiere sulla conclusione di Dzeko: è il gol della liberazione, in grado di scacciare le paure e tranquillizzare i giallorossi, bravi ad addomesticare fino alla fine gli avversari, che si affacciano, senza risultato, dalle parti di Alisson soltanto nel finale.
A rovinare la festa del Chelsea ci pensa l’Atletico Madrid che, da possibile rivale per la Roma, si trasforma in prezioso alleato grazie al punto strappato a Stamford Bridge. Il primo tempo è un monologo dei Blues, che creano diverse palle gol, tra cui una che porta la firma dell’italiano Zappacosta; il secondo, invece, inizia con due fiammate estemporanee degli spagnoli: prima il palo colpito da Filipe Luis, poi il vantaggio di Saul, che tiene vive le speranze di qualificazione. Si torna così al copione dei primi 45′, con il Chelsea che riesce quantomeno a trovare il pareggio, con una conclusione di Hazard deviata in maniera decisiva da Savic. Il forcing finale della squadra di Conte è inutile: il pareggio condanna i campioni d’Inghilterra ad un sorteggio dalla seconda fascia.
Il calcio inglese può davvero fare l’en plein, portando agli ottavi tutte e cinque le squadre in competizione. Un’altra è il Manchester United di Mourinho, specialista e particolarmente vincente nei secondi anni, a cui bastano, fondamentalmente, due minuti per ribaltare l’iniziale svantaggio contro il CSKA Mosca, firmato con un colpo di schiena da Dzagoev: a rimettere le cose a posto, infatti, ci pensano Lukaku, che scaraventa in rete un regalo di Pogba dopo averlo protetto con la sua fisicità, e Rashford.
Vittoria e qualificazione anche per il Basilea, che legittima l’ottimo girone disputato sul campo del Benfica, unica squadra dei primi quattro raggruppamenti a chiudere con zero punti. Agli svizzeri basta un gol per tempo, firmati da Elyounoussi e Oberlin; per i portoghesi, finora, è una stagione da dimenticare.
Il Bayern Monaco, per strappare il primato del Gruppo B al Paris Saint-Germain, aveva bisogno di una vittoria con quattro gol di scarto: le premesse erano incoraggianti, perché i francesi all’Allianz Arena sembrano irriconoscibili, e chiudono il primo tempo sotto di due reti, quelle di Lewandowski e Tolisso. Ad allontanare l’ipotesi è Mbappé, il giocatore più giovane a raggiungere i dieci centri in Champions League. Rinforza la vittoria, anche se non il primo posto, ancora Tolisso, che sfrutta l’assist di uno scatenato Coman per infilare il PSG per la quarta volta nella sua giovane carriera.
I giochi erano abbastanza decisi anche per quanto riguarda l’ultima sfida del girone, tra Celtic e Anderlecht: la vittoria dell’andata per 0-3 faceva dormire sonni tranquilli agli scozzesi, che mai avrebbero potuto immaginare di perdere con un passivo del genere a Glasgow. La vittoria, infatti, per i belgi arriva, ma è minima: lo striminzito 0-1, per l’autogol di Simunovic, fa comunque retrocedere in Europa League il Celtic, condannando l’Anderlecht ad una seconda parte di stagione senza competizioni continentali.
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