Una recente ricerca dimostra che i suoni della natura come quello delle onde o il fruscio delle foglie d’ autunno aiutano il nostro cervello a rilasciare parte dello stress accumulato e il loro ascolto favorisce la concentrazione e la quiete.
Vivere a stretto contatto con la natura apporta notevoli benefici alla nostra salute. Questo è risaputo. Ma a quanto pare anche se non ci troviamo immersi in essa letteralmente, il solo ascolto dei suoi suoni favorisce la nostra concentrazione, migliora il nostro umore e ci permette una maggiore qualità di vita soprattutto negli ambienti molto stressanti e frenetici come gli ambienti di lavoro, gli uffici. Da quanto riportato su Focus per favorire la concentrazione e migliorare il clima negli uffici, le grandi aziende si sono servite già dagli anni settanta della scienza del sound masking.
Negli uffici regnano spessissimo effetti sonori o suoni indesiderati: il ticchettio dell’orologio da scrivania di un collega, la fotocopiatrice in funzione, il vocio di colleghi intenti a chiacchierare, il rumore che produce una tastiera del computer quando si batte un testo freneticamente insomma un ecosistema di suoni insolenti e indesiderati. Per coprirli si usa la Sound masking system , la tecnica del sound masking che consiste nell’introduzione di suoni artificiali e regolari generati da un algoritmo che invia questi rumori bianchi agli speaker radio diffusi negli uffici. I rumori bianchi coprono i suoni indesiderati e cosicchè il nostro sistema percettivo uditivo non li riscontri e ciò fa sì che si percepisca un’atmosfera maggiormente confortevole seppure artificiale e un ambiente di lavoro salutare, in cui la ritrovata sensazione di privacy sonora permette al singolo lavoratore una migliore concentrazione e una maggiore produttività.
Di recente i ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute, rifacendosi a studi precedenti che dimostravano la capacità del cervello umano di concentrarsi e rilassarsi in modo maggiore se esposto ai suoi naturali che se esposto al silenzio a all’ascolto di rumori bianchi, hanno deciso di sostituire nel sound masking system i rumori bianchi con i suoni della natura. Ecco la svolta. Lo studio intitolato Tuning the cognitive environment: sound masking with “natural” sounds in open-plan offices ha mostrato inoltre che i risultati migliori si sono avuti quando le persone erano esposte al suono dello scorrere dell’acqua da una montagna (risultati presentati al Meeting of the Acoustical Society of America nel 2015).
Secondo il gruppo di ricerca guidato da Jonas Braasch, la riproduzione dei suoni provenienti dalla natura, negli ambienti di lavoro procurerebbe molteplici benefici effetti: aiutare i dipendenti a rilassarsi, a concentrarsi, aumenterebbe la loro percezione della privacy. Il flusso dell’acqua possiede la giusta dose di casualità e ripetitività utile a rilassare e concentrare senza distrarre. Il ticchettio della pioggia che cade su terreno, il fruscio delle foglie secche sospinte dal vento coprono i rumori e i bisbigli in lontananza e assicurano a chi li produce la giusta riservatezza e a chi li subisce la pace per l’udito coinvolto invece dal flusso audio costante dei suoni naturali in sottofondo. Braasch sostiene che questa tecnica finora vincente potrebbe sperimentarsi anche negli ospedali per migliorare la qualità del tempo di degenza dei pazienti. I saggi dicevano di cercare le risposte ai tormenti interiori rivolendosi alla natura. Oggi anche la scienza ci mostra come il potere guaritore dei suoni della natura può migliorare il nostro umore e ci aiuterà a migliorare la qualità della nostra vita.
Gilda Angrisani
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