A volte i genitori sembrano essere particolarmente protettivi nei confronti dei figli e ne perdonano ogni sbaglio, sebbene ci siano dei casi in cui proprio alcuni errori manifestano il sopraggiungere di dinamiche a cui prestare attenzione. Perché, per esempio, non si interviene prontamente quando si assiste a piccoli episodi di prevaricazione o di egoismo infantile, mentre invece ci si preoccupa fin troppo non appena sopraggiunge anche il più lieve sintomo di un malessere di salute? Il fatto è che, in effetti, non di rado si riceve da parte della propria famiglia una forma di protezione esagerata o una certa inclinazione alla tolleranza, anche di fronte ad atteggiamenti particolarmente sconvenienti o di cattivo gusto.
A proposito di benessere e di malattie, l’atteggiamento generale italiano risulta essere negli anni Duemila molto diverso da quello delle generazioni di mamme, papà e nonni dei nostri tempi: a numerosi rimedi casalinghi e a prodotti naturali si sostituiscono spesso integratori o medicinali parecchio forti, anche quando la situazione non lo richiederebbe necessariamente. Differenteè anche il modo di organizzare le feste di compleanno: meno fotografi fai-date- e meno torte preparate da parenti più o meno lontani, perché la moda consiste nell’ordinare il tutto in pasticceria e nell’assumere eventualmente veri e propri reporter di professione quando l’età lo permette (si pensi ai tanti diciottesimi e pre-diciottesimi i cui album ricordano a metà i matrimoni e a metà i cataloghi di talune riviste di moda), altrimenti i selfie sono più che sufficienti.
Dall’altro lato, però, va notata in primis una sempre maggiore tendenza ad incoraggiare i figli nello svolgimento di attività extra-scolastiche, che siano di tipo sportivo o artistico. Lo studio e lo svago, quindi, sono adesso affiancati in maniera che non dia priorità rischiosamente sbilanciate ai compiti per casa e che, invece, consenta a tutti una crescita graduale a 360°, in ogni sfera della vita. Non è più come una volta nemmeno l’approcciarsi ai vari «non ho fame» durante i pasti con i più piccoli; sono stati accantonati, infatti, i tentativi di farli sentire in colpa prendendo a paragone i coetanei del Terzo Mondo e si è ricorso a metodi alternativi, che nel caso specifico possono risultare di certo più validi e costruttivi,
Se poi, per certi versi, i genitori del XXI secolo sono consapevoli del fatto che il carattere e la disciplina dei bambini non dipenda da fattori esterni o di predestinazione, ma da come questi ultimi vengono cresciuti fin da sempre tra le mura domestiche, dall’altro lato la paura di sottoporli a “pericoli” quotidiani non sempre accenna a scomparire, cosicché giocare all’altalena, correre lontano dalla mamma o non camminare mano nella mano con il papà non sono attività sempre possibili agli occhi di chi li fa crescere al proprio fianco. A rimanere invariata è forse, invece, l’attenzione che si ha nel proporre determinate canzoni, filastrocche, storie e trasmissioni televisive (animate o meno) a chi ha già imparato a leggere e a scrivere o deve ancora farlo, con l’obiettivo di migliorare la serenità psicofisica di ogni giorno e, allo stesso tempo, di potenziare in loro alcune abilità cerebrali ed emotive. Alla luce di quanto detto, perciò, e a prescindere dalle distinzioni fra vecchie e nuove generazioni, risulta chiaro che i figli siano in ogni epoca lo specchio dei genitori: per chi viene educato nei nostri anni sarà una fortuna o una sfortuna? La parola al futuro.
Anastasia Gambera
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