SIENA – Dalle ore 9:00 alle 18:00 a Montesiepi, in Toscana, è aperta la cappella che ospita la mitica spada nella roccia. Sono stati numerosi gli uomini che, nei secoli, hanno tentato invano di estrarla e ancora oggi, nel 2016, la scienza non riesce a spiegare perché l’arma rimanga incastonata nella pietra. Aspirante Artù o valorosa Ginevra, sarai tu il prescelto in grado di svelare al mondo l’arcano?
Immobile dal 1100, la spada è stata affondata nella roccia da San Galgano, il quale, dopo una vita turbolenta da cavaliere, si ritira nelle pacifiche campagne adiacenti Siena. Qui decide di conficcare il suo strumento di morte in un macigno, rendendolo così più simile a una croce cristiana, simbolo di amore e speranza. In quel luogo, dopo la morte del Santo nel 1181, i monaci erigono la Rotonda della Spada, che nelle sue viscere custodisce gelosamente la leggendaria arma. Da allora in molti tentano di rubare la spada, ma nessuno vi riesce. A testimonianza di un infruttuoso sforzo, sembra che il macigno sia solcato dalle impronte delle mani mummificate di un ladro, il quale viene sbranato da un gruppo di lupi selvaggi.
La storia affonda le proprie radici negli stessi anni in cui si sviluppa il mito di re Artù, il quale, dopo aver estratto la mitica arma, depone la stessa proprio sull’altare di una cattedrale e fonda la Tavola Rotonda. Magia, misticismo, religione e leggenda avvolgono in un alone di mistero la spada nella roccia, la quale da mille anni aspetta ancora la persona che la farà nuovamente brillare sotto la luce del sole.
Claudia Rodano
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