SPH è la sigla di Small Penis Humilation, una recente pratica sessuale che consiste nell’insultare gli uomini caratterizzati da peni più piccoli della media.
SPH sembra l’acronimo di una malattia sessualmente trasmissibile e agli occhi di qualcuno potrà sembrare tale. Invece, è solo una recente pratica sessuale che va giù sul pesante. La SPH, letteralmente Small Penis Humilation, consiste nell’insultare, sminuire e umiliare quei partner che hanno un pene di dimensioni molto al di sotto della media.
La vera sorpresa sta nel fatto che, nella maggior parte dei casi, il partner che si eccita con l’SPH non è colei/colui che insulta, ma colui che viene sminuito. «Vi racconto la mia storia, non so se sarà interessante, ma è vera a differenza di tante panzane su ragazzi che, all’improvviso, subiscono improbabili umiliazioni da sogno da parte di fidanzate improvvisamente diventate super dominatrici zoccole mai viste prima. Maddai! La verità è che è difficilissimo essere umiliati. Ma è bellissimo, una sensazione che nessun normo o superdotato potrà mai provare»: ad esempio, è così che inizia il racconto, sul Web, di un anonimo che si firma il “minidotato“.
Ciò che poteva apparire come pura cattiveria gratuita nei confronti di chi ha un problema estetico il quale rischia di diventare un disagio insormontabile, diventa così un ulteriore modo di provare eccitazione sessuale, come solo chi sconfina nel mondo del perverso sa fare.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.