ROMA – Ha avuto luogo lo scorso venerdì a Roma l’incontro tra Matteo Renzi e Tim Cook, numero uno della Apple. Il Priemier ha accolto il CEO della rinomata azienda statunitense a palazzo Chigi e, bevendo un caffè, i due sono tornati a discutere dell’apertura del primo Centro di Sviluppo App iOS d’Europa che dovrebbe aver sede proprio a Napoli. Renzi ha, poi, omaggiato l’amministratore delegato di Apple di una Moka e di un vaso realizzato da designer italiani. All’incontro erano presenti anche il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, e della Scuola, Stefania Giannini.
In occasione della precedente visita in Italia, avvenuta lo scorso ottobre, Cook aveva dichiarato: «L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo, aiutiamo la prossima generazione di imprenditori italiani. L’Italia ha, inoltre, dimostrato che l’eccellenza non significhi per forza produrre di più, ma fare meglio». Sono queste le ragioni che sembrano spingere la Apple ad investire in Italia, aprendo così uno dei centri di sviluppo più grandi ed innovativi d’Europa. Matteo Renzi ha sin da subito espresso il proprio appoggio al progetto, ormai divenuto ufficiale, commentando con queste parole: «Apple ha comunicato da Cupertino che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, una sperimentazione veramente intrigante». Infatti, pare che la fondazione del suddetto centro di sviluppo creerà ben 600 posti di lavoro.
Durante la visita di ieri, però, Cook non ha sprecato un attimo della sua permanenza in Italia e si è subito recato da Papa Francesco. I due hanno avuto un colloquio privato presso una delle sale del palazzo apostolico. Il pontefice, in occasione della Giornata Mondiale dedicata alle Comunicazioni Sociali, aveva poi dichiarato che «non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società, ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi».
Francesco Laneri
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