Di volta in volta alle olimpiadi vengono inseriti sempre nuovi sport, anche i più disparati che non ci si sarebbe mai aspettati di veder gareggiare per una competizione così importante. Nei prossimi giochi olimpici, che si terranno a Tokyo nel 2020, è probabile che si vedranno scendere in campo delle discipline sportive del tutto nuove per questo evento: il baseball/softball, il karate, l’arrampicata sportiva, lo skateboard e un’altra, che nessuno mai si sarebbe aspettato di vedere in pista: il surf.
Com’è noto, il surf è un’attività praticata principalmente alle Hawaii, ove vi sono onde particolarmente alte che rendono il tutto appassionante. Tuttavia, sebbene la commissione olimpica abbia deciso di trasferire il gioco in questione a Shidashita Beach, una spiaggia a 60 km da Tokyo, il pericolo è quello che le onde coinvolte potrebbero non essere abbastanza alte e difficili da cavalcare, rendendo il tutto molto poco interessante. Pertanto, secondo Il Post, si è pensato di costruire delle enormi piscine che riproducano artificialmente le onde migliori per fare surf a livello olimpico. Già nel 2015, un certo Kelly Slater decise di riconvertire un vecchio parco acquatico abbandonato con l’intento, appunto, di creare una piscina molto grande in cui praticare il suo sport preferito su onde del tutto sintetiche.
Di queste ne esistono parecchie già da anni, ma secondo gli esperti nessuna è ancora in grado di generare onde come quelle dell’oceano; per questo, la commissione olimpica resta dell’opinione che l’unica possibilità, affinché il surf entri a far parte dei giochi olimpici, è l’oceano. In ogni caso, proprio perché l’uomo è capace di ricrearsi tutto ciò che gli serve, è probabile che, presto, vedremo anche un surfista cavalcare un’onda artificiale, sebbene alla pari della natura non ci sia nessuna tecnologia.
Anastasia Gambera
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