Da tempo è stato avviato il progetto Google Car, con lo scopo di creare una macchina capace di muoversi da sola, senza autista. La società di Mountain View è stata una delle prime a crederci, iniziando le sperimentazioni già nel 2006 e portandole avanti fino allo scorso anno. Questo progetto presto non sarà più uno di quei lavori visionari che ci fanno guardare al futuro. All’interno della galassia di Alphabet, il Self-Driving Car Project si trasformerà in una società autonoma. Ciò significa che la Google Car, l’auto che si guida da sola, è un po’ più vicina a diventare realtà. In queste settimane il gruppo sta completando i passaggi legali per darle una sua ragione sociale.
Questa è una risposta importante a tutti coloro che fin dall’inizio avevano riversato su tale progetto numerosi dubbi e critiche. Alphabet ha esteso i test su asfalto dalla Silicon Valley ad altri stati americani, come il Texas, Washington e l’Arizona. Tuttavia, negli ultimi mesi alcuni rivali in questa sfida si sono avvantaggiati, e oggi sembrano più avanti nello sviluppo del prototipo. Uber su tutti, che a Pittsburgh sta sperimentando i suoi primi taxi senza guidatore e la scorsa settimana ha portato a termine la prima consegna con un camion robot, grazie a una startup acquisita in estate, Otto. Ma anche Tesla, i cui nuovi modelli avranno tutti la strumentazione necessaria alla guida senza pilota, in attesa che sia collaudato anche il software, l’intelligenza in grado di comandarli.
Secondo il report degli analisti di Ihs Markit, i primi modelli ad automazione completa, il cosiddetto livello 5, dovrebbero arrivare sul mercato intorno al 2020, mentre l’adozione di massa è attesa solo dopo il 2025. Comunque, i movimenti delle società in questa direzione si stanno già facendo frenetici. Basta vedere la crescita di investimenti nelle startup che si occupano di guida autonoma, dai sensori per leggere l’ambiente, alle mappe, ai software per elaborare l’enormità di dati di guida: quest’anno tali investimenti dovrebbero superare per la prima volta il miliardo di dollari.
Google crede molto in questo progetto e gli investimenti lo dimostrano. Per cercare di dare una spinta in più, la società di Mountain View, nel settembre dello scorso hanno, ha chiamato a capo del Car Project un veterano dell’industria, l’ex Hyundai John Krafcik. La volontà di Google è chiara e ha un unico obiettivo: l’automazione completa. Il processo è ancora lungo, articolato e costoso, però nessuno demorde e tutti vogliono rendere possibile una cosa che fino a qualche anno fa al solo pensiero sembrava pazzia.
Marco Razzini
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