Ascoltandole, a primo impatto non suscitano quelle emozioni e quel sentimento che contraddistingue tante altre canzoni, da quelle intramontabili, ai singoli “usa e getta”. Eppure, Andiamo a comandare e Vorrei ma non posto hanno conquistato le orecchie di milioni di italiani: a forza di cambiare stazione radio ritroviamo sempre questi due singoli, che senza una melodia particolarmente suggestiva o un testo degno di nota in stile Mogol, hanno scalato le classifiche, conquistandone la cima e coronandosi tormentoni di quest’estate che sta per volgere al termine.
Apparentemente potranno sembrare due canzoni diverse ed effettivamente come non potrebbero, a partire dagli stessi autori? Il novello Rovazzi in realtà di cantante ha ben poco. Nato come youtuber, si è fatto conoscere nel mondo del Web realizzando video comici e, sulla stessa falsa riga, ha cercato di raccontare nel suo singolo il suo essere anti-stereotipo, tramite un’ironia non proprio velata e un ritornello degno delle migliori discoteche milanesi. Di contro, l’espertissimo duo Fedez-J-ax, entrato in collaborazione già da qualche anno, ha sfornato un pezzo di forte critica sul mondo troppo social di oggi, condito da una melodia indianeggiante e qualche “frase fatta” che non stona mai. Ironia della sorte, è Andiamo a comandare ad essere coronato con il doppio platino, grazie a quel «Io non fumo canne, sono anche astemio» che tanto fa ridere se si pensa ai tanti pezzi fatti di trasgressioni e cattivi esempi che girano nel mondo musicale odierno.
Nel bene e nel male, dunque, le due canzoni, nel giro di qualche settimana, sono riuscite a balzare in cima alle classifiche italiane e come ogni tormentone che si rispetti l’uno non scalfisce l’altro, anzi, sembra quasi che vogliano aiutarsi a vicenda, come un camioncino di hot-dog aiuta il collega vicino che vende bibite. Insomma, sembra che questi due pezzi abbiano tantissimo in comune, nonostante musicalmente siano l’uno l’opposto dell’altro. A guardare con attenzione, infatti, la prima cosa che balza all’occhio è la casa discografica che ha prodotto il singolo di Rovazzi: Newtopia. L’etichetta, nata nel 2013, è infatti di proprietà del duo di Vorrei ma non posto, che ha trovato nell’ex youtuber un potenziale partner da affiancare al proprio pezzo estivo. Guardando ancora più in fondo e più precisamente nel testo (che in molti, probabilmente, non avranno neanche attenzionato), non si può non notare che i tre, alla fine, parlano della stessa cosa: il mondo fatto di stereotipi.
I due navigati rapper muovono una forte critica a chi, al giorno d’oggi, usa l’iPhone a tavola, lascia compromettenti foto su Facebook o ancora si “sbatte” per fare una foto al tramonto senza goderne la bellezza. Di contro, Rovazzi, che tutto fa tranne che prendersi sul serio, parla del suo essere contro tendenza, del suo divertirsi senza l’uso di droghe e soprattutto di chi crede di stare un passo avanti agli altri conducendo una vita all’insegna dello sballo e del piacere.
Certamente, nessuno si aspettava che una canzone davvero poco elaborata come Andiamo a comandare potesse arrivare ad un successo del genere, senza ancorarsi a quella forte satira che contraddistingue il pezzo e che, teoricamente, ne avrebbe dovuto fare solo un fenomeno digitale. «In un certo senso comprendo il professionista che ne sa un sacco, sta tutto il giorno a scrivere musica e non vende, quando vende un idiota come me che fa una canzone per lui inascoltabile e arriva al disco di platino. È normale che gli girino. A me spiace, ma che ci posso fare?» Sono queste le dichiarazioni a caldo del “cantante” che ha deciso di andare contro corrente rispetto a ciò che viene ascoltato normalmente dai giovani d’oggi.
È proprio questo il bello di questi due tormentoni che hanno caratterizzato l’estate italiana appena trascorsa: sono gli opposti, ma in realtà camminano a braccetto. Uno è elaborato da artisti apprezzati (e criticati, ma pur sempre artisti) da molti anni, mentre l’altro contiene qualche frase spicciola che pare un’accozzaglia senza senso. Entrambi possono sembrare canzoni banali al primo ascolto, ma ogni qualvolta ricorrono in radio è difficile non cantarne qualche strofa muovendo il capo a ritmo di musica; saranno poi dimenticati una volta finita la bella stagione. Sono questi, in fondo, i tormentoni veri e propri, non li ascolterai più tra qualche mese, eppure il successo momentaneo permette di raggiungere traguardi che cantanti di un certo calibro non hanno mai raggiunto in tanti anni di carriera. Ma, in fondo, anche riuscire a cavalcare l’onda è un talento e il trio Rovazzi-Fedez-J-ax, con canzoni dalla melodia azzeccata e dagli argomenti attuali, stereotipati, criticati e rovesciati, è riuscito a darne prova tangente a colpi di visualizzazioni, download e milioni di ascolti in ogni stazione radiofonica italiana.
Francesco Mascali
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale, esattamente due anni dopo consegue la laurea magistrale in Giurisprudenza, per poi iniziare la pratica forense presso l’ordine degli avvocati di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, basket, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»