Il primo giugno 1967 veniva pubblicato uno dei dischi più importanti e iconici della storia della musica: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, considerato da molti il punto cardine della carriera del celebre gruppo formato dagli inconfondibili John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Star. Oggi nel giorno del cinquantesimo anniversario dalla sua pubblicazione, è inevitabile non omaggiare i fab four raccontando un fatto curioso, celato dietro l’elaborazione di questa pietra miliare del rock.
I quattro ragazzi di Liverpool, all’epoca già popolarissimi e pronti a produrre capolavori a velocità strabilianti arrivando a pubblicare più di un album di inediti all’anno, con “Sgt. Pepper’s” realizzavano un vero e proprio colpo di stato nel panorama musicale inglese. Parafrasando le tematiche politiche centrali di quegli anni di rivendicazioni sociali, nell’epoca in cui si assisteva impotenti alle barbarie perpetrare durante la guerra in Vietnam e nascevano i primi movimenti pacifisti, l’ottavo album dei Beatles segnava un punto di svolta radicale per la storia della musica. Sarà infatti il primo concept-album di successo della storia rock, un lavoro unitario, logico e scomodamente attuale per molti. Nonostante l’adolescenza di molti di noi sia stata legata alle note del disco del ’67, non tutti sanno forse che una canzone fra le meno note dell’album, She’s Leaving Home, fu ispirata da un articolo di giornale e in particolare dalla vita di una ragazza oggi settantenne.
Un articolo datato 27 febbraio 1967 pubblicato dal quotidiano britannico Daily Mail riportava infatti le vicende legate alla scomparsa di Melanie Coe, una ragazza all’epoca dei fatti diciassettenne, scappata di casa nella località di Stamford Hill in Regno Unito, senza lasciare alcuna comunicazione ai genitori. La giovane studentessa era descritta nell’articolo come la classica adolescente che “sembrava avere tutto”, proprietaria di un’auto Austin 1100 personale e di numerosi beni di lusso come pellicce nonostante la giovane età. «Non riesco a immaginare perché sia dovuta scappare. Ha tutto, qui» con queste parole esprimeva il proprio sconforto il padre, incredulo di fronte al gesto della figlia. Fortuna volle però che quell’articolo colpisse l’attenzione di Paul McCartney, affascinato dalla storia di questa ragazza disposta ad abbandonare la sua famiglia agiata in cerca di libertà, il quale decise con Lennon di trarne una canzone che ne romanzasse la vicenda.
Nella realtà sfortunatamente la storia della ragazza celava una verità assai meno romantica. Dopo un’adolescenza segnata dai ripetuti conflitti con i suoi genitori e in particolare dal risentimento per la madre, a suo dire poco affettuosa e mai incoraggiante nelle sue aspirazioni, Coe era rimasta incinta a soli diciassette anni e un pomeriggio per non dover affrontare questa situazione con la sua famiglia, mentre i suoi genitori erano fuori, aveva deciso di andarsene. Aveva fatto la conoscenza di un uomo di nome David, un croupier impiegato in un club da lei frequentato, e si trasferì nel suo appartamento di Londra per più di una settimana prima di vedere gli articoli di giornali che la ritraevano. Nonostante i ripetuti tentativi di rimanere in incognito, la ragazza alla fine fu rintracciata e riportata a casa dopo poco tempo dai genitori e dopo aver compiuto la maggior età, evase nuovamente le pressanti mura familiari questa volta attraverso il matrimonio, che durò solo un anno. In seguito poi si è trasferita in California. Melanie anche se aveva avuto modo di ascoltare la canzone all’epoca, non aveva capito che la riguardasse, oggi a distanza di anni dichiara «Non ho capito che fosse su di me, ma mi ricordo di aver pensato che avrebbe potuto essere su di me. L’ho trovata estremamente triste: ovviamente colpiva un nervo scoperto. Solo più tardi, quando avevo circa vent’anni, mia madre mi disse: “Sai, quella canzone era su di te!”. Aveva visto un’intervista a Paul in televisione in cui diceva che aveva basato la canzone su questo articolo di giornale, e lei ha fatto due più due».
Diana Avendaño Grassini
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