La Scapigliatura è una band formata da Niccolò e Jacopo Bodini, due fratelli cremonesi che da sempre suonano e scrivono insieme le proprie canzoni. Ad aprile è uscito il loro primo album e il video musicale Margherita è stato molto apprezzato nel mondo della musica indie pop.
Niccolò e Jacopo Bodini sono due fratelli con la passione per la musica indie rock. Cantautori fin da piccoli, riescono nel 2014 grazie al progetto con la casa discografica Mescal (la stessa che vanta collaborazioni con Afterhours, Bluvertigo e Carmen Consoli) a produrre un album il cui titolo è ispirato all’omonima band suddetta, La Scapigliatura. Grazie alla musica indipendente composta dai loro autori, gli undici brani presenti rievocano la tradizione “cantautorale” italiana, ma rivisitata con linguaggio ironico e ricco di riferimenti alla musica pop. Le canzoni raccontano pensieri eluoghi, emozioni e idee, passioni, e storie di donne incontrate nella fase dell’adolescenza e fino all’età adulta. Il genere musicale indie pop ha un sound che passa dall’elettronica francese al rock nord-europeo, con suoni che ricordano anche in alcuni tratti la musica new folk.
Non a caso Jacopo, musicista e filosofo, si esibisce spesso in Francia, dove sta conseguendo un dottorato di ricerca. Niccolò, invece, di poco più giovane del fratello, è uno studente di Giurisprudenza a Milano; ha avuto diverse collaborazioni nel mondo dello spettacolo, ha condiviso il palco con artisti come Morgan, Lele Battista e Violante Placido, ed ha anche collaborato con Elisabetta Sgarbi per la casa editrice Bompiani, nonché con il prestigioso festival La Milanesiana.
Noi di Voci di Città lo abbiamo incontrato per fargli qualche domanda.
Ciao, Niccolò. Com’è nata la passione per la musica? Chi sono i tuoi cantautori preferiti? Che genere di musica prediligi, quando sei un ascoltatore e non un compositore?
N:«La mia passione per la musica nasce con me, nel senso che mia mamma è sempre stata una musicista e sicuramente, per ammazzare il tempo, durante la gravidanza ha suonato parecchio. Io poi ho iniziato presto con la batteria, che resta il mio primo strumento, ma al liceo dovevo comunque far colpo sulle ragazze, perciò… Serviva la chitarra! I primi brani erano proprio dei miei cantautori preferiti (Guccini, Ciampi, De Gregori, Dalla). Oltre a loro, amo tantissimo anche i The National, i Sonic Youth e Mark Kozelek, ma se voglio suonarli chiedo sempre a mio fratello: per me sono ancora troppo difficili».
Tu e tuo fratello Jacopo che tipo di sound proponete nelle vostre canzoni? Cos’è che ispira particolarmente i vostri testi?
N: «Per ispirare il sound di questo disco (il primo che abbiamo pubblicato come La Scapigliatura) siamo partiti col camper, ormai due estati fa, alla volta dei Paesi scandinavi. Abbiamo visitato la Danimarca e la Svezia, ma soprattutto la Norvegia. Appare chiaro, ascoltando l’album, che la donna sia il filo conduttore del nostro lavoro. Ebbene, l’amore e la passione sono sentimenti che implicano un certo calore: se canti d’amore, ti viene spontaneo ricreare un’atmosfera languida. Noi invece, sperimentando il freddo, nell’agosto di quel viaggio, siamo riusciti (stando almeno a quanto crediamo) a mantenerci distanti da una eccessiva sdolcinatezza, lasciando ai nostri testi l’opportunità di risuonare in uno spazio più ampio, proprio come l’acqua gelida e suadente dei fiordi si insinua tra le immense montagne norvegesi».
Se volessi dare un consiglio ad un cantautore o ad una cantante che vuole farsi notare nel mondo della musica per potersi ritagliare almeno un piccolo spazio, che cosa diresti?
N: «A un cantautore, a un artista bravo che stimo, direi di stare lontanissimo dai talent show. La televisione ammazza la musica, non c’entra niente con questo mondo. Ci sarà un motivo per cui la maggior parte dei cantanti che partecipa a Sanremo stona, una volta o l’altra: lì non si sentono sul palco, anche e specialmente perché la TV non cura nient’altro che l’immagine. In più, se ti candidi per partecipare ad un talent, fino al giorno prima del provino cantavi in cameretta davanti al pc, mentre subito dopo ti trovi un giudice famoso che ti elogia, un vocal coach, uno stilista, un coreografo e un truccatore: tutto quello che esiste nei film, insomma. Poi però, finita l’edizione del programma, se non sei il vincitore tutti scompaiono e smettono di darti attenzione, come se non fossi mai esistito. A quel punto è difficile anche tornare in cameretta e rimettere in play la musica dal pc».
Barbara Di Benedetto
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