Quella della compagnia Zappalà danza, fondata nel 1989 a Catania dal coreografo Roberto Zappalà, è una realtà fuori dal comune che abbraccia più ambiti della conoscenza e del sociale, rimanendo pur sempre fedele al proprio linguaggio espressivo principale, ovvero la danza. Non è affatto facile, infatti, fondere il ballo e la drammaturgia in un mix così ben riuscito e portarlo al successo internazionale come ha fatto la compagnia, partendo, tra l’altro, da una città come Catania, poco avvezza a questo genere di esperienze. L’ensemble catanese è di fatto riuscito a portare la danza ad un’ampia e variegata fascia di pubblico, coinvolgendo e ammaliando tutti e a dimostrarlo è stato, ancora una volta, il grande successo ottenuto dalla messa scena dell’ultimo spettacolo realizzato dalla compagnia catanese, dal nome I am beautiful.
Partito in prima assoluta al teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara il 16 marzo 2016, I am beautiful ha avuto il suo debutto catanese al teatro Massimo Bellini il 4 e il 5 gennaio. Lo spettacolo rappresenta l’ultima, ma non conclusiva data di Transiti Humanitatis, un progetto della compagnia partito nel 2014, il quale richiama all’idea del passaggio, dei transiti attraverso «l'”umanità” quella dell’umanesimo, degli “studia humanitatis”», così come si legge sul sito della Zappalà, dove il progetto è spiegato nelle varie tappe come una riscoperta della bellezza classica e primordiale che nella traduzione del coreografo Roberto Zappalà, diventano «gli “studia” del corpo e del gesto, trasfigurati in un universo coreografico che cerca di mettere il corpo quale elemento fondante e transito ineludibile di un “nuovo” umanesimo».
Ispirato nel titolo a una statua di Rodin, a sua volta ispirata a un verso di Baudelaire, I am beautiful si apre agli spettatori nel buio assoluto, scandito da tamburi che richiamano alla mente ritmi ancestrali, fra composizione e scomposizione continua delle linee formate dai corpi. La coreografia sembra scandire i vari momenti di un’evoluzione, che passa dal nervosismo scomposto e vibrante della nascita fino a un più consapevole girotondo di corpi che arriva ad evocare pose rinascimentali in un insieme armonico che ben richiama alla mente l’immagine di un dipinto di Henri Matisse dal titolo La danza. Il tutto arriva alla sua conclusione tra spasmi e geometrie perfette che richiamano la complessità dell’essere umano, il quale ha trovato nel corpo il suo tempio laico dell’anima. Ad accompagnare i ballerini nello spettacolo vi sono le musiche inedite dei Lautari, le quali fanno da colonna sonora perfetta alle coreografie.
L’esperienza di I am beautiful porta a compimento un percorso già iniziato con gli step precedenti del progetto Transiti Humanitatis, Invenzioni a tre voci e Oratorio per Eva, e consolida uno stile unico coltivato dalla compagnia sin dalla sua fondazione. Grazie a una ricerca continua e a una prolifica collaborazione col commediografo Nello Calabrò, la compagnia Zappalà è riuscita nel tempo a far della danza un mezzo privilegiato di conoscenza dell’uomo, del suo corpo, della sua anima e dei dissidi che lo accompagnano nella società, aperto a tutti coloro i quali vogliano avvicinarvisi.
Lorena Peci
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